Come Palpatine ha rovesciato la Repubblica

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Rovesciare una Repubblica e fondare un Impero non sono due cose che si fanno in pochi minuti. E’ un lavoro che richiede tempo (decenni), dedizione alla causa e una buona dose di capacità di manipolazione. E se poi sei anche un Signore dei Sith il curriculum si fa sicuramente interessante. Solo un uomo poteva essere in grado di fare tutto questo, e non poteva essere altri che Sheev Palpatine. Nella trilogia prequel il piano di Palpatine, preparato da svariati decenni, va in scena. E non è un piano semplice, per niente.

La Crisi di Naboo è soltanto la punta dell’iceberg di una strategia molto più complicata, di una vendetta che viene consumata da quasi un millennio. I passaggi del piano di Palpatine sono complessi e geniali, quindi andiamo a scoprirli punto per punto. Insomma, se siete interessati a fondare un Impero, siete nel posto giusto. Ecco a voi la guida galattica per rovesciare una Repubblica, di Sheev Palpatine.

1. Prendere una posizione di potere

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Darth Plagueis e il suo apprendista Darth Sidious.
Dal romanzo Darth Plagueis

Da canone, Darth Bane ha creato la regola dei due (un maestro e un apprendista) per assicurare una continuità di Signori dei Sith. E per la regola, nel momento in cui l’apprendista diventa più forte del maestro, lo deve uccidere e trovarsi un nuovo allievo. E Palpatine, apprendista di Darth Plagueis il saggio, così ha fatto, uccidendolo nel sonno (come ci racconta ne La Vendetta dei Sith), diventando a tutti gli effetti un Signore dei Sith, in arte Darth Sidious.

Ma questo chiaramente non basta al nostro Sheev. Lui vuole attuare la vendetta che i Sith bramano da mille anni, da quando sono stati sconfitti dai Jedi. Ma non può farlo apertamente, come Darth Sidious. E’ troppo intelligente per una mossa così banale. Ed ecco che entra in scena la politica. Palpatine si fa strada nelle dinamiche politiche del suo pianeta natale, Naboo, aspettando il momento giusto e nel frattempo operando come Darth Sidious.

2. Scatenare una guerra

Palpatine, anzi, Darth Sidious, crea il blocco di Naboo per mandare in crisi la Repubblica
La fine dell’invasione di Naboo, primo importante step del piano di Palpatine.
Fonte: Wikiwand

Siamo arrivati ad Episodio I, La Minaccia Fantasma, ovvero il primo atto del grande piano di Palpatine. La strategia del nostro Sheev è particolarmente raffinata: come senatore di Naboo, tramite la sua influenza sul Senato, fa aumentare i dazi doganali; come Darth Sidious invece, scatena la reazione della Federazione dei Mercanti, da lui controllata.

Conosciamo bene l’inizio di Episodio I. La Federazione dei Mercanti ha posto un blocco navale al pianeta di Naboo, e questo porta il Senato a mandare Qui-Gon e Obi-Wan a cercare di risolvere il negoziato. Il blocco si trasforma in un’invasione militare, che viene però sconfitta proprio grazie all’intervento dei jedi e di un giovanissimo Anakin Skywalker.

Anakin si inserisce non casualmente in questo discorso. Palpatine era a conoscenza della profezia del prescelto, oppure, secondo una nuova interessantissima teoria, l’aveva creata lui stesso. La cosa importante è che Palpatine sapeva che da qualche parte, prima o poi, sarebbe nato una essere creato dai midi-chlorian, e questa persona, ovvero Anakin, sarebbe stata una pedina fondamentale nel suo piano. Un’arma senza la quale sarebbe stato difficile diventare imperatore. Se Palpatine ha creato la profezia del prescelto, lo ha fatto per una ragione ben precisa: fare in modo che i Jedi lo trovassero per lui. E così effettivamente è stato, come avviene in Episodio I.

Adesso, tutte le pedine sono al loro posto. La guerra ha rotto l’equilibrio della Repubblica, il prescelto è stato trovato. E soprattutto, Palpatine, sfruttando il suo ruolo politico nella crisi, è riuscito a farsi nominare Cancelliere Supremo. Finalmente, il grande piano può avere inizio.

3. Creare la necessità di un esercito

L'esercito dei Cloni alla fine di Episodio II, pedina del piano di Palpatine
L’esercito dei Cloni, pedina fondamentale del piano di Palpatine.
Fonte: Youtube

Ed eccoci ad Episodio II. Sono passati quasi dieci anni dalla Crisi di Naboo, e il nostro Palpatine chiaramente non è rimasto con le mani in mano in tutto questo tempo. Nell’intervallo tra La Minaccia Fantasma e L’Attacco dei Cloni, Darth Sidious ha sferrato forse il colpo decisivo per le sorti della Repubblica: la creazione dell’esercito dei Cloni. 

Facciamo chiarezza. In Episodio II viene citato il maestro Sifo-Dyas come colui che ha ordinato ai kaminoani di fabbricare i cloni come esercito della Repubblica. Nel Legends, è Darth Plagueis a convincere Sifo-Dyas della necessità di un esercito. Possiamo dire che se è stato lui o se è stato Darth Sidious cambia poco. Tornando al canone, successivamente Dooku, nuovo apprendista di Palpatine, uccide Sifo-Dyas e si mette in contatto con i kaminoani. Qui è Dooku che sceglie Jango Fett come fonte genetica dei cloni, e fa inserire in loro il chip che contiene “l’attivazione” dell’ordine 66. Infine Dooku cancella Kamino dagli archivi della biblioteca dell’ordine dei jedi. E così si chiude il cerchio dei fatti avvenuti tra Episodio I e Episodio II.

Palpatine si gioca poi, a livello politico, una carta importante. Tramite il conte Dooku fonda una Confederazione di pianeti pronti a ribellarsi alla Repubblica, e a scatenare una guerra contro di essa. A questo punto il Senato non può più astenersi dalla battaglia. Al Cancelliere Palpatine, per poter rispondere all’attacco, vengono conferiti poteri speciali (dal suo fedele alleato Darth Jar Jar!). E Palpatine li usa per rendere l’esercito ufficiale. Il suo esercito. La Guerra dei Cloni comincia, la Repubblica va in battaglia.

Nel frattempo, il buon Palpatine mette le mani avanti: da una parte, inizia a esercitare la sua influenza su Anakin, dall’altra inizia a pianificare l’arma che gli permetterà di tenere il controllo sulla galassia, ovvero la Morte Nera.

4. Inventarsi un nemico e diventare Imperatore

Palpatine uccide Mace Windu
In Episodio III, il momento in cui Palpatine, aiutato da Anakin, uccide Mace Windu.
Fonte: WhatCulture

Il terzo episodio della trilogia prequel, La Vendetta dei Sith, è tutto basato sulla manipolazione di Palpatine, che agisce a più livelli. All’inizio finge di essere stato rapito da Grievous e spinge Anakin a uccidere Dooku. La prima manipolazione serve ad aumentare ancora di più la sua posizione di potere. La seconda invece pone le basi per la conversione al lato oscuro di Anakin.

Questa è infatti l’ultima mossa di Palpatine. Portare dalla sua parte il prescelto, il jedi più forte. Il deterrente nucleare per le guerre che verranno. E per farlo utilizza il punto debole di Anakin, Padmé. Anakin teme per la sua vita, di notte sogna la sua morte. Palpatine gli racconta la storia del suo maestro, Darth Plagueis il saggio. Lui riuscì a dominare la morte. Ma è un storia che i jedi non raccontano… Solo il lato oscuro può salvare Padmé. Il dado è tratto. Anakin non può pensare di lasciar morire Padmé… Dice a Mace Windu che Palpatine è un Signore dei Sith, ma già il dubbio lo tormenta. Quando Mace Windu sta per uccidere Palpatine, Anakin interviene. 

Palpatine ha un nuovo apprendista, Darth Vader. E ha anche un maestro jedi di altissimo rango che ha attentato alla sua vita. 

Siamo giunti all’atto finale. Tutto il piano, dall’inizio, aveva portato a questo momento. Palpatine rivela al Senato la congiura dei Jedi, che avrebbero prima iniziato la guerra dei cloni (Dooku era infatti ancora un jedi, ufficialmente), e poi attentato alla sua vita. Per rispondere alla minaccia dei Jedi, è necessaria una riforma: trasformare la Repubblica nel primo Impero Galattico. E poi, il colpo di grazia, l’ordine 66, progettato per far fuori tutti i jedi rimasti. Scroscianti applausi annunciano la fine della libertà, e l’ascesa dell’Imperatore.

Conclusioni

galassia vader e sidious la petizione e i costi per costruire la morte nera di Star Wars
Darth Sidious e Darth Vader assistono alla costruzione della Morte Nera

La storia di Palpatine è la parabola perfetta dell’ascesa di una monarchia. Segue in maniera abbastanza precisa dei ricorsi storici abbastanza comuni. Tutto il piano è basato sul concetto di paura (nozione fondamentale per un Sith) e su quello di pazienza (caratteristica dei jedi): è la crescente paura di una guerra (da lui stesso creata) a spingere il Senato a riforme sempre più affrettate e ad affidarsi a una figura carismatica; la pazienza è invece fondamentale per fare in modo che tutto vada al suo posto al momento giusto. E Palpatine anche qui non sbaglia un colpo: in Episodio III, ad esempio, la lenta manipolazione di Anakin ne è una dimostrazione.

Molti hanno paragonato il piano di Palpatine a varie storie di colpi di Stato della storia dell’uomo: particolarmente interessante è il paragone con l’ascesa di Hitler e del partito nazista, che segue più o meno lo stesso percorso. Anche lì ci sono una presa di potere iniziale, la creazione di un nemico fittizio, e soprattutto il colpo di Stato non è violento, ma è interno e approvato dal governo stesso. Un governo democratico diventa monarchico e sembrano essere tutti d’accordo.

Il grande piano di Palpatine è forse il vero protagonista della trilogia prequel: influenza tutti gli eventi nonostante rimanga sempre in secondo piano, di sottofondo. Palpatine sposta le sue pedine alla perfezione facendo sempre in modo che l’avversario risponda come vuole lui. Ed è questo che gli permette di vincere.

Sappiamo che Palpatine tornerà in Episodio IX, anche se non si sa in quale forma. Noi non vediamo l’ora di scoprire cos’ha in serbo per noi il vecchio Sheev. Pensate che a Dicembre vedremo l’ultimo atto del suo piano? Fatecelo sapere nei commenti! E continuate a seguirci, vi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars…

Fonte: Medium

 

 

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