“Non può entrare, ci dispiace” – All’asilo respingono i bambini davanti ai genitori: entro maggio serve il documento valido | Corsa agli sportelli

Bambina all'asilo stop non può entrare illustrazione (Canva foto) - insolenzadir2d2.it
“Non può entrare, ci dispiace”, adesso c’è bisogno di un documento per l’accesso all’asilo: tutte le novità.
Dietro la porta chiusa di alcune scuole dell’infanzia si consuma un momento di tensione. I genitori, sorpresi e increduli, si trovano di fronte a un divieto inaspettato: l’ingresso del proprio figlio è negato. Nessun preavviso evidente, nessun appello chiaro nei giorni precedenti. Solo una frase secca e risoluta: “Non può entrare, ci dispiace”.
Da nord a sud si moltiplicano le scene di famiglie che si riversano agli sportelli delle ASL o ai siti delle amministrazioni locali. La domanda è una sola: di quale documento si tratta? Alcuni parlano di nuove circolari, altri di adempimenti legati alla salute pubblica. Intanto, la preoccupazione cresce e la sensazione di urgenza si fa concreta.
Non è solo un problema organizzativo o burocratico. La questione ha il sapore dell’emergenza. Alcuni bambini vengono respinti proprio davanti ai compagni, con evidente disagio da parte del personale scolastico. I dirigenti si limitano ad applicare una norma che, secondo loro, sarebbe chiara. Ma per molte famiglie, tutto è improvviso e poco comprensibile.
Il timore di vedere compromesso l’anno scolastico alimenta corse frenetiche, telefonate continue, code davanti agli uffici. Chi ha smarrito un documento, chi è in attesa di un aggiornamento, chi semplicemente non sa cosa manchi per essere in regola.
Il punto centrale della norma
Alla base di tutto, c’è l’obbligo vaccinale previsto dal Decreto Lorenzin (Dl 73/2017), che stabilisce l’accesso ai servizi educativi solo in presenza di documentazione valida. La normativa, ancora in vigore, impone che per frequentare l’asilo nido o la scuola dell’infanzia – anche se privata non paritaria – sia presentata la certificazione delle vaccinazioni obbligatorie. Senza questo documento, il bambino non può accedere alle attività scolastiche.
Come riportato da Servicematica, l’omissione della certificazione non costituisce reato penale, ma configura un illecito amministrativo. Tuttavia, portare comunque il bambino a scuola, ignorando il provvedimento, può avere conseguenze legali. Infatti, secondo la Cassazione, è punibile la violazione del provvedimento legalmente emesso dall’autorità scolastica. In caso di epidemie o situazioni straordinarie, possono essere avviati atti urgenti di esecuzione coattiva dell’obbligo vaccinale, che giustificano anche l’esclusione immediata dall’accesso scolastico.

Controlli sui vaccini
Durante l’emergenza Covid-19 è emersa con forza l’importanza della copertura vaccinale nei contesti collettivi, in particolare nelle scuole per l’infanzia, dove la promiscuità favorisce la diffusione di virus e batteri. Il Decreto Lorenzin, già approvato nel 2017, è stato rafforzato in questo quadro e continua oggi a essere un riferimento normativo per dirigenti scolastici e autorità sanitarie.
Attualmente, il livello di attenzione resta alto, soprattutto in vista delle iscrizioni per l’anno educativo 2025-2026. Le famiglie che non presentano la documentazione richiesta vedranno i figli esclusi dalla frequenza fino alla regolarizzazione. Non si tratta di una nuova norma, ma di un’applicazione più rigorosa di un obbligo già in vigore, reso ora stringente dalla necessità di prevenire rischi sanitari anche oltre il Covid-19.