Addio alla malattia pagata, da maggio se stai male non vedi lo stipendio: questi contratti l’hanno abolita per sempre

Malattia

Addio alla malattia in busta paga illustrazione (Canva foto) - insolenzadir2d2.it

Stop allo stipendio in caso di malattia: la nuova regola che cambia tutto, adesso non ricevi soldi se rimani a casa.

La tutela in caso di malattia, per molti lavoratori, è sempre stata una sicurezza garantita. Ma da oggi, non è più così per tutti. Una modifica silenziosa nelle regole dei contratti collettivi rischia di lasciare senza retribuzione chi si assenta per motivi di salute, anche solo per pochi giorni.

Non si tratta di un errore contabile o di un ritardo nei pagamenti: l’assenza per malattia, in alcuni casi, non viene più coperta né dal datore di lavoro né dall’INPS.

Il problema riguarda interi settori e categorie di lavoratori e, senza un’attenta lettura del proprio contratto collettivo, è facile non rendersene conto. Cosa succede allora se ci si ammala? Chi decide quando e perché la retribuzione sparisce? E soprattutto, chi sono i dipendenti più esposti a questa nuova realtà?

La risposta è tutt’altro che immediata, perché la normativa è intrecciata con le regole dei singoli CCNL. In alcuni casi è l’INPS a non intervenire, in altri è il datore di lavoro a non avere obblighi specifici. In mezzo ci sono periodi di comporto, aspettative non retribuite e una lunga serie di eccezioni che cambiano da settore a settore.

Malattia non retribuita: quando si perde lo stipendio

Il cuore della questione, come riporta Idealista, è che sempre più contratti collettivi prevedono esplicitamente la possibilità di non retribuire la malattia, o lo fanno solo in parte. Succede per esempio nei primi tre giorni di assenza – il cosiddetto periodo di carenza – in cui l’INPS non copre l’indennità, e il datore di lavoro paga solo se previsto dal contratto. In CCNL come quello del Commercio, dal terzo evento di malattia in poi non è più prevista alcuna retribuzione nei primi giorni.

Ma c’è di più. In diversi comparti – come Turismo, Terziario, Metalmeccanico e Scuolala retribuzione può essere sospesa completamente se si supera il cosiddetto periodo di comporto. Dopo questa soglia, il lavoratore può richiedere un’aspettativa non retribuita, ma senza alcuna garanzia di salario. In pratica, chi continua ad ammalarsi rischia di non ricevere nulla in busta paga, pur mantenendo – temporaneamente – il posto di lavoro.

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Persona in malattia illustrazione (Canva foto) – insolenzadir2d2.it

Quali contratti hanno abolito la malattia retribuita

Nei fatti, a partire da maggio, alcuni CCNL non prevedono più il pagamento della malattia in maniera automatica. In particolare, il CCNL Commercio ha introdotto limiti rigidi già al secondo evento di malattia e azzera la copertura dal terzo episodio. Anche nel CCNL Turismo, dopo i 180 giorni del comporto, si entra in una fase non retribuita, con aspettative che possono durare fino a 12 mesi.

La situazione è simile nel CCNL Metalmeccanico e nel CCNL Scuola, dove la malattia prolungata comporta lunghi periodi senza retribuzione. In tutti questi casi, la malattia non è più sinonimo di stipendio. E per molti lavoratori, ciò rappresenta un cambio radicale rispetto a quanto ritenuto finora come un diritto acquisito.