VOLI CANCELLATI- Migliaia di vacanze saltate, sciopero senza fine e raffica di proteste: cittadini in ostaggio | Interviene il Governo

Fila in aeroporto (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it

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Tra proteste, disagi e voli cancellati, l’estate prende una piega inaspettata: migliaia di passeggeri bloccati.

Famiglie bloccate con le valigie in mano, voli spariti dai tabelloni, partenze sfumate all’ultimo momento. Una scena che ormai sembra fin troppo familiare nei grandi aeroporti. E no, non è il solito ritardo per pioggia o per un check-in troppo lento.

C’è qualcosa di più grande dietro questi disagi continui, qualcosa che si trascina da tempo e che, puntualmente, esplode proprio quando la gente sogna solo di partire. È da un po’ che i viaggi aerei sono diventati un terno al lotto.

Ogni estate si ripete lo stesso copione: scioperi, problemi tecnici, disorganizzazione. E alla fine, chi paga sono sempre i viaggiatori, con ore passate su una sedia scomoda e piani stravolti all’ultimo minuto. La fiducia nel sistema vacilla e, a dire il vero, molti ormai si chiedono se valga ancora la pena prendere un aereo a luglio o ad agosto.

La cosa che fa più rabbia è proprio l’impotenza. Cioè, non puoi farci nulla. Decidono tutto gli altri. Tu sei lì, pronto a partire, magari hai aspettato mesi per quella vacanza, e invece ti ritrovi bloccato. Come se fossi ostaggio di una situazione che non dipende da te. È frustrante, e lo capiscono in tanti, non solo i passeggeri.

Quando tutto esplode all’improvviso

Anche i politici iniziano a rendersene conto. Soprattutto quando la rabbia monta, quando la gente protesta, scrive sui social, chiede spiegazioni. E allora sì, diventa una questione pubblica, da affrontare ai piani alti. Ma trovare un compromesso non è affatto semplice. Come fai a mettere d’accordo i lavoratori che protestano con chi vuole solo partire in pace? Un bel pasticcio.

E così, nel bel mezzo di questo clima già teso, ecco che è scoppiata la bomba. Uno sciopero dei controllori di volo che ha mandato in tilt mezza Europa. Non è un modo di dire: più di 1.500 voli sono stati cancellati, quasi 300.000 passeggeri colpiti.

Aeroporto (Pixabay foto) - www.insolenzadir2d2.it
Aeroporto (Pixabay foto) – www.insolenzadir2d2.it

La miccia accesa da pochi, le conseguenze per tutti

I due principali aeroporti di Parigi, Orly e Charles de Gaulle, sono diventati dei gironi danteschi. Il 40% dei voli annullati, gente ovunque, zero certezze. E il tutto proprio a ridosso del grande esodo estivo. Il Ministro dei Trasporti francese non ci ha girato troppo intorno: “272 persone stanno condizionando la vita di mezzo milione di cittadini”. Una frase dura, detta mentre la tensione cresceva di ora in ora. Come riportato da Fanpage.it, a indire lo sciopero sono stati due sindacati piuttosto piccoli, ma evidentemente con un potere d’impatto enorme. Le richieste sono chiare: stipendi più alti e condizioni migliori.

Ma non tutti sono d’accordo. La deputata Tabarot, ad esempio, ha ricordato che l’anno scorso c’era già stato un aumento del 7%. E che altri lavoratori in Francia hanno turni più lunghi e stipendi più bassi. Il primo ministro François Bayrou non ha usato mezze misure. Ha parlato di una situazione “scioccante”, e in effetti lo è. Scegliere proprio il giorno delle grandi partenze per incrociare le braccia ha fatto saltare i nervi a tanti. “È come prendere in ostaggio i francesi”, ha detto. Forse un po’ forte come frase, ma lo sfogo è comprensibile. In mezzo a tutto questo casino, chi doveva solo prendersi una pausa, si ritrova a gestire l’ennesimo imprevisto.