“Venga a riprendere suo figlio”, a settembre bambini rimandati a casa: senza il documento obbligatorio non possono entrare a scuola | Anche gli asili non li accettano più

Asilo

Bambini fuori dall'asilo (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it

Senza questo certificato, l’accesso a scuola resta un ostacolo: bambini rimandati a casa, non possono rimanere.

Ogni settembre porta con sé l’emozione del ritorno a scuola, ma per alcune famiglie può significare anche ansia e incertezza. Non si parla solo di libri e zaini nuovi: per i più piccoli l’ingresso in classe è legato a documenti che non sempre risultano scontati. In assenza delle carte richieste, capita che i bambini vengano esclusi temporaneamente, lasciando i genitori a gestire la complicata situazione di un figlio a casa.

La questione riguarda soprattutto gli asili e le scuole dell’infanzia, dove le regole sono più rigide. Senza certificato vaccinale l’accesso non è consentito, e questo obbliga le famiglie a confrontarsi con vincoli che non hanno soltanto un valore sanitario, ma che pesano anche sulla quotidianità. La misura nasce per proteggere la collettività, ma continua a dividere l’opinione pubblica.

Da una parte c’è chi difende norme severe, considerate indispensabili per tutelare la salute di tutti. Dall’altra chi chiede maggiore libertà di scelta, convinto che l’obbligatorietà limiti i diritti dei genitori. Il dibattito non si esaurisce mai e si riaccende puntualmente non appena la politica torna a occuparsene.

Molti genitori conoscono bene il percorso che porta dagli avvisi delle scuole ai colloqui con la ASL. L’idea stessa di dover “dimostrare” di essere in regola è vissuta come un’imposizione, mentre altri la considerano un dovere civico. È proprio questa frattura a rendere il tema così delicato, perché mette insieme salute, responsabilità e libertà individuale.

Una legge che ha cambiato la scuola

Tutto parte dal Decreto-Legge n. 73 del 2017, passato alla storia come legge Lorenzin. Con quell’intervento furono rese obbligatorie dieci vaccinazioni gratuite per bambini e ragazzi fino a 16 anni, con l’obiettivo di prevenire epidemie e rafforzare la sicurezza sanitaria.

La norma distingue in base all’età: per i più piccoli, fino a 6 anni, senza certificato non si entra ad asilo o scuola dell’infanzia. Dai 6 ai 16 anni, invece, l’accesso resta garantito, ma il dirigente deve segnalare il caso alla ASL, che può avviare una sanzione tra i 100 e i 500 euro. Come spiega la fonte Brocardi, prima delle multe è comunque previsto un colloquio con i genitori per cercare di chiarire la situazione.

Vaccini
Vaccini obbligatori bambini (Canva foto) – www.insolenzadir2d2.it

La proposta politica che riapre lo scontro

Su questo terreno è tornato Matteo Salvini, che ha rilanciato la sua posizione contro la legge Lorenzin. Secondo lui, “dubitare non è antiscientifico” e per questo l’obbligatorietà dovrebbe essere abolita. L’idea è lasciare ai genitori la libertà di scegliere, senza più vincoli imposti dallo Stato.

La polemica è esplosa anche per le discussioni legate al NITAG, l’organo tecnico che affianca il governo nelle decisioni sui vaccini. Salvini ha colto il momento per rimettere il tema al centro del dibattito politico, consapevole che tocca corde molto sensibili: la salute collettiva da un lato, la libertà individuale dall’altro.