ULTIM’ORA – Crolla una scuola, corsa contro il tempo dei soccorritori: sentono ancora “pianti e grida” | È una tragedia

Soccorritori e macerie (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it

Soccorritori e macerie (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it

Attorno a un edificio sbriciolato, la speranza resiste tra mani che scavano e voci spezzate che chiedono aiuto.

Delle volte, purtroppo, andare a scuola può diventare un rischio. Non dovrebbe esserlo, certo, ma succede. Gli edifici — spesso vecchi, ampliati alla buona o costruiti con materiali poco affidabili — non reggono. E quando cedono, lo fanno all’improvviso, senza avvisare.

È in quel momento che la quotidianità si frantuma. Letteralmente. È una scena che purtroppo si ripete: aule gremite, studenti che ridono, studiano… e poi il crollo. Una crepa invisibile si apre nella vita di centinaia di persone.

Per chi resta fuori, comincia l’attesa, quella più dura. L’attesa senza certezze, fatta di sguardi nel vuoto, mani giunte e preghiere sottovoce. Nel frattempo, attorno alle macerie si crea un silenzio strano. Non è solo quello dei soccorritori che lavorano, concentrati.

È anche quello di chi cerca tra i rumori qualcosa che dica “sono vivo”. Le famiglie si stringono, si passano notizie non confermate, si illudono. E non sanno se sperare o arrendersi. Tra i detriti si muove chi ha scelto di cercare, nonostante tutto.

Si continua a cercare

Caschi in testa, torce in mano, mani nude. I soccorritori sanno bene che ogni minuto conta. Ma devono fare attenzione, perché a ogni passo c’è il rischio che tutto venga giù di nuovo. Eppure, si fermano a ogni suono, a ogni vibrazione, perché potrebbe essere una voce, una richiesta d’aiuto.

E poi c’è un altro dettaglio importante, raccontato da uno dei custodi dell’istituto. Pare che, al momento del crollo, fossero in corso dei lavori di ampliamento. Gli operai stavano versando del cemento fresco per aggiungere un piano alla scuola. Forse è stato proprio quello a far cedere tutto. Ma per ora non si sa — cioè, si ipotizza. Intanto, quella che doveva essere una normale situazione si è trasformata in una corsa contro il tempo.

Edificio crollato (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
Edificio crollato (Depositphotos foto) – www.insolenzadir2d2.it

Una tragedia immane

È successo tutto lunedì sera, a Sidoarjo, nella parte orientale dell’isola di Giava, in Indonesia. Un edificio scolastico islamico — la scuola Al Khoziny — è crollato mentre gli studenti erano riuniti per la preghiera del pomeriggio. Erano lì, tra i 12 e i 17 anni, quando il pavimento ha iniziato a tremare… e poi nulla è stato più come prima. Come riporta Sky TG24, tre ragazzi non ce l’hanno fatta. Almeno 38 risultano ancora dispersi sotto le macerie, mentre 99 — sì, novantanove — sono stati estratti vivi.

Un numero che consola e allo stesso tempo fa tremare le gambe, perché per molti altri non si sa nulla. I soccorsi vanno avanti, ma è tutto complicato da un dettaglio non da poco: la struttura continua a muoversi. A dare un filo di speranza è stato Nanang Sigit, il capo dei soccorsi di Surabaya. Ha detto chiaramente che da sotto i detriti si sentono ancora “pianti e grida”. È per questo che i soccorritori continuano a lavorare con estrema cautela, ogni movimento calcolato. Non possono permettersi errori. Non adesso.