UFFICIALE – Tuo figlio non può più entrare all’asilo: senza la delibera di Stato te lo rimandano a casa | Genitori in fila da giorni
                Bambino escluso dall'asilo (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
Senza questo documento da parte dello Stato l’accesso a nidi e scuole dell’infanzia è negato, genitori costretti a chiarimenti e sanzioni.
Un genitore che accompagna il figlio al nido o alla scuola dell’infanzia potrebbe sentirsi dire parole nette: “Senza la documentazione necessaria, il bambino non può entrare”. Un rifiuto che non riguarda un capriccio momentaneo, ma un vincolo normativo preciso, con effetti immediati sulla vita quotidiana di migliaia di famiglie.
La scena è sempre più frequente: file di genitori davanti agli uffici sanitari, in attesa di chiarimenti o di un appuntamento per completare i cicli vaccinali richiesti. L’ansia di non riuscire a rispettare le scadenze si mescola al timore di sanzioni economiche e all’ombra di un’esclusione scolastica.
Il tema divide e accende il dibattito. C’è chi vede nelle regole un strumento indispensabile di tutela collettiva, e chi invece denuncia una compressione della libertà di scelta. L’argomento è tornato centrale nel confronto politico, con proposte di modifica e richieste di abolizione che promettono di rimettere in discussione un impianto normativo complesso.
Intanto, i dirigenti scolastici e le aziende sanitarie locali si trovano in prima linea. Tra colloqui informativi, atti di contestazione e controlli periodici, la macchina burocratica è chiamata a gestire un numero crescente di casi. Ed è proprio in questa tensione quotidiana che la legge Lorenzin del 2017 torna sotto i riflettori.
Le regole che hanno cambiato la vita delle famiglie
La cosiddetta legge Lorenzin, entrata in vigore con il Decreto-Legge n. 73 del 2017, ha imposto dieci vaccinazioni obbligatorie e gratuite per i minori da 0 a 16 anni. Come ricorda Brocardi, sei di queste sono permanenti, mentre quattro vengono riviste ogni tre anni in base ai dati epidemiologici e al livello di copertura. L’obiettivo dichiarato era quello di rafforzare la sicurezza sanitaria e proteggere l’intera comunità.
Il sistema non si limita all’obbligo, ma prevede meccanismi di verifica, colloqui con la ASL e sanzioni pecuniarie tra i 100 e i 500 euro. In alcuni casi, se il ciclo vaccinale viene completato entro i termini stabiliti, la multa può essere evitata. Una normativa rigida, che ha fatto discutere fin dalla sua introduzione.

Cosa succede davvero senza certificato vaccinale
Le conseguenze variano a seconda dell’età del bambino. Per i piccoli da 0 a 6 anni l’accesso a nidi e scuole dell’infanzia è condizionato dalla presentazione del certificato: senza di esso, l’ingresso non è consentito e i genitori vengono convocati dalla ASL per ulteriori chiarimenti. Se la situazione resta irrisolta, scatta anche la sanzione economica.
Diverso è il caso degli alunni tra i 6 e i 16 anni. L’obbligo vaccinale resta, ma la legge non prevede l’esclusione dalla scuola. Il dirigente scolastico deve però segnalare l’inadempienza alla ASL, che procede con l’avvio della sanzione pecuniaria. Una differenza significativa, che spiega perché le tensioni più forti si concentrino negli asili, dove i bambini rischiano di essere rimandati a casa.
