UFFICIALE – Estinzione contanti, neanche il caffè potrai più pagarlo in moneta | Da gennaio ogni euro passa dal POS
Tazza di caffè (Pixabay foto) - www.insolenzadir2d2.it
Dal 2026 ogni pagamento elettronico dovrà essere tracciato digitalmente: ecco cosa cambierà per commercianti e professionisti italiani.
C’è un certo fermento — silenzioso ma costante — che da settimane serpeggia tra negozianti, piccoli imprenditori e liberi professionisti. Non è facile da definire, ma si percepisce. È quel tipo di tensione che anticipa le novità importanti, quelle che non si possono ignorare e che prima o poi finiscono per toccare tutti, volenti o no. Chi lavora dietro a un bancone o in uno studio lo sa bene: qualcosa sta cambiando.
In mezzo a scontrini, carte di credito e pagamenti digitali sempre più frequenti, c’è un dettaglio che sta per diventare un obbligo. O meglio, un meccanismo che da semplice supporto si trasforma in strumento centrale di controllo — o, per usare un altro termine, di tracciabilità. Non è (solo) una questione tecnica. È un cambiamento di prospettiva che, piano piano, sta riscrivendo le regole del gioco.
Tra un dibattito su pensioni e manovre varie, ecco che sbuca una misura molto concreta, ma di cui si parla poco. Forse perché è meno “politica” e più pratica, forse perché impatta direttamente il lavoro quotidiano. Sta di fatto che chi vende un caffè o una consulenza dovrà adeguarsi, e farlo anche in fretta.
E la questione, va detto, non riguarda solo l’aspetto tecnico. Dietro l’aggiornamento dei dispositivi si nasconde qualcosa di più: un messaggio chiaro su come dovrà funzionare il rapporto tra fisco e cittadini. La scelta è già stata fatta. Anzi no, forse è meglio dire che non è proprio prevista una scelta.
Regole nuove
La spinta arriva direttamente dalla Legge di Bilancio 2025, come riporta Fanpage, che ha inserito tra le sue righe una norma piuttosto netta: da gennaio 2026, ogni pagamento elettronico dovrà essere collegato al registratore di cassa. Obbligatoriamente. Il motivo è chiaro: mettere fine ai “buchi” tra quanto si incassa e quanto si dichiara. Un po’ per trasparenza, un po’ per… be’, diciamo anche per recuperare qualcosa in termini di entrate.
L’Agenzia delle Entrate ha già dato qualche dritta tecnica: il sistema userà un codice identificativo assegnato a ogni POS. Questo codice dovrà essere associato al registratore telematico utilizzato dall’esercente. Niente cavi, niente installazioni complesse — si fa tutto tramite un portale online. In teoria dovrebbe essere semplice. Teoricamente, eh. Ma come funzionerà il tutto?

Ogni scontrino sarà sotto controllo
Una volta collegati, i pagamenti elettronici saranno tracciati in automatico. Ogni transazione sarà registrata e, giorno dopo giorno, i dati verranno spediti all’Agenzia in formato aggregato. Niente più scontrini saltati, niente dimenticanze. Tutto dovrà essere perfettamente allineato: l’importo, il metodo di pagamento, perfino l’orario.
Le tempistiche per adeguarsi non sono elastiche. Chi già usa un POS a inizio 2026 dovrà completare l’associazione entro 45 giorni dalla messa online del servizio. Se invece il POS verrà attivato più avanti (dopo il 31 gennaio), i tempi scatteranno dal secondo mese successivo. Ultimo giorno lavorativo, e non si sgarra. Stesse scadenze anche per chi dovrà cambiare l’associazione tra POS e registratore. Nessuno escluso. La misura riguarda i pagamenti elettronici e la cassa, e non i contanti, anche se ormai è percezione comune nel quotidiano di tutti il fatto che tutte queste nuove operazioni puntino sempre di più a ridurlo o ad annullarlo, anche se si parla di un semplice caffé.
