Trump lancia la bomba, questo fa scoppiare una nuova guerra: ci tocca imbracciare le armi | I Governi stanno reagendo in queste ore

Donald Trump e guerra (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
Trump pronto a tutto: l’Europa trema davanti alla minaccia di un’escalation senza precedenti, ecco cosa succede.
Nelle ultime ore, un’ombra sempre più cupa sembra allungarsi sull’Europa. Da Washington arrivano segnali che lasciano poco spazio ai dubbi: qualcosa di grosso sta per accadere. Dietro le quinte della diplomazia si muove un Donald Trump inquieto, deciso a rompere gli indugi. E in un contesto già esplosivo, basta una scintilla per far saltare tutto. I suoi ultimi messaggi sono apparsi come veri e propri avvertimenti al mondo intero.
Non si tratta più solo di trattative o dichiarazioni di circostanza: le parole di Trump suonano come il preludio a qualcosa di ben più grave. Nelle capitali europee si respira un’aria di forte tensione, mentre le cancellerie lavorano febbrilmente per capire cosa stia davvero succedendo oltre Atlantico.
La preoccupazione serpeggia ovunque. Le recenti uscite del presidente americano non sembrano lasciare spazio alla distensione, anzi: l’impressione è che gli Stati Uniti siano pronti a una svolta radicale. E in questo scenario già incandescente, una mossa sbagliata rischia di trascinare tutti in un conflitto ancora più vasto.
Anche nell’opinione pubblica si percepisce un cambiamento. La sensazione diffusa è che si stia andando verso un punto di non ritorno. Il timore di un’escalation irreversibile, fino a poco tempo fa ritenuto remoto, ora sembra terribilmente concreto.
Una chiacchierata che cambia tutto
Tutto è iniziato, ufficialmente almeno, lunedì scorso nello Studio Ovale. Come riporta anche Money.it, Trump ha ricevuto Mark Rutte, il segretario generale della NATO, e in quell’occasione ha deciso di raccontare un paio di cose. Non proprio irrilevanti. Ha parlato delle sue recenti telefonate con Vladimir Putin, lasciando intendere che qualche spiraglio di dialogo ci fosse stato. O meglio, sembrava ci fosse.
«Le nostre conversazioni sono sempre piacevoli», ha detto Trump, con quella sua solita ironia, salvo poi aggiungere: «E poi partono i missili». Ha pure tirato in ballo Melania, dicendo che torna a casa tutto soddisfatto per aver parlato con Putin… ma lei gli fa notare che un’altra città è stata colpita. Ecco, la frustrazione nelle sue parole era palpabile. Dopo tanti tentativi diplomatici, sembra che la pazienza cominci davvero a scarseggiare.

Un annuncio che non lascia spazio ai dubbi
Ed è proprio da lì che arriva la vera scossa. Durante quell’incontro, Trump ha sganciato la bomba annunciando pubblicamente una nuova fase del sostegno americano all’Ucraina. Questa volta ha messo insieme un’intesa con Germania, Canada, Olanda e i paesi scandinavi per l’acquisto — a spese loro — di armi americane da inviare a Kyiv. Si parla, tra le varie cose, anche di sistemi antimissile Patriot, circa 17, con la Germania che dovrebbe gestirne la consegna.
Ma c’è dell’altro. Secondo il Washington Post, si starebbe parlando anche del possibile trasferimento di missili da crociera Tomahawk — quelli seri — che, passando dagli alleati europei, finirebbero in Ucraina. A quel punto, non solo Mosca ma anche San Pietroburgo rientrerebbero nel raggio. E come se non bastasse, Trump ha lanciato un ultimatum economico: dazi al 100% sui prodotti russi entro 50 giorni se non si raggiunge un accordo. Il commercio tra i due paesi è basso, certo, ma il messaggio è forte. Ah, e se nemmeno questo bastasse, pare che Trump stia valutando — solo se tutto dovesse andare male — un coinvolgimento diretto nel conflitto.