The Acolyte: la recensione della settima puntata!
Siamo giunti al settimo e penultimo episodio della serie live action The Acolyte, intitolato “Scelta”. Una puntata che ci rivela molti punti nevralgici del passato e ci prepara al gran finale della prossima settimana. Di seguito ne trovate la recensione, come sempre prima senza e poi con spoiler!
The Acolyte 1×07 – Scelta
Questo settimo episodio rappresenta letteralmente il “pezzo mancante” che ci permette di avere un quadro più completo delle vicende del passato su Brendok. Ho apprezzato molto il modo in cui è stato strutturato, con un montaggio “a scacchiera” che rende fluida la narrazione del flashback portando in scena le sequenze che erano state volutamente celate nella terza puntata. Non è un caso che a dirigerlo sia stato Kogonada, che si è occupato appunto anche della 1×03. In questo senso si concretizza ancor di più l’ispirazione a Rashomon, film iconico di Akira Kurosawa.
In questo capolavoro, l’omicidio di un samurai viene raccontato da quattro testimoni diversi. Ognuno dei protagonisti sembra offrire un resoconto perfettamente plausibile, ma le storie non coincidono; la struttura del racconto, incentrata sulla molteplicità dei punti di vista, porta lo spettatore a riflettere sulla natura stessa del concetto di verità e sulla soggettività dei ricordi umani.
Ed è ciò che accade anche nella 1×07 di The Acolyte, dove ci vengono mostrati nuovi punti di vista ma anche versioni differenti e ampliate di prospettive già conosciute. Il che arricchisce le sfaccettature di alcuni personaggi mantenendo sempre nebuloso il concetto di verità. Diventano però molto chiare le ingerenze dei jedi su quella fatidica notte, con scelte che avrebbero influito sul loro futuro e quello della congrega e delle gemelle. Ma ora parliamo di spoiler, quindi non proseguite la lettura se non avete visto la 1×07 di The Acolyte!
Ritorno al passato
Come il terzo, anche questo settimo episodio si apre su Brendok ed è tutto dedicato a ciò che accadde 16 anni prima degli eventi del presente. Questa volta la narrazione si svolge dal punto di vista dei jedi, e ciò ovviamente ci permette di far luce su molti aspetti interessanti. Il primo è che, contrariamente a quanto molti pensavano (quasi in senso dispregiativo), i quattro non erano lì per spiare le bambine ma per scovare e studiare un fenomeno della Forza molto raro, la Vergenza. Ho spiegato questo e altri elementi nel dettaglio nella ricca analisi easter egg. Sol si imbatterà poi casualmente nelle gemelle, e le sue motivazioni unite a quelle del giovane Torbin saranno il motore che scatenerà gli eventi traumatici della puntata.
Egli infatti sentirà sin da subito una forte connessione con Osha, che lo spingerà ad insistere con la Maestra Indara affinché attuassero un contatto con la congrega. Ho molto apprezzato il fatto che Indara avrebbe voluto lasciare in pace quel culto, così come il Consiglio tramite le sue direttive successive. Ciò è perfettamente in linea con i dettami dell’Ordine dell’epoca dell’Alta Repubblica, che era molto tollerante nei confronti di altri culti o gruppi della Forza (fino a che non si fossero rivelati delle minacce). E il settimo episodio sfata quella che sembrava essere una forte prerogativa del terzo, e cioè che i jedi fossero lì esclusivamente per imporre la loro visione e specificatamente per prelevare le bambine.
Anzi, come vedremo poco dopo, per Indara i test erano solo un espediente per uscire dalla situazione spinosa del faccia a faccia con la congrega. Ma le questioni si complicheranno quando Torbin analizzerà i prelievi delle gemelle, scoprendo la loro anomalia e il fatto che la loro nascita fosse legata alla Vergenza che stavano cercando. Qui il giovane si fa prendere dalla foga, poiché in lui era ardente il desiderio di ritornare a casa su Coruscant, e questo lo porterà a scatenare tutti gli eventi che faranno degenerare la situazione.
Tragiche scelte
Nel faccia a faccia con la congrega, sarà poi Sol a compiere un atto estremo assassinando Aniseya proprio di fronte a Mae. Questo ovviamente scatenerà le ire, già molto calde, delle altre adepte e soprattutto di Madre Koril. Ella riuscirà ad attuare la possessione su Kelnacca, e finalmente ciò ci dà l’occasione di vedere il jedi wookiee in azione. L’attesa è stata ben ripagata, poiché anche in questo caso il combattimento è stato coreografato alla perfezione, mostrandoci una forza e una foga straripanti del wookiee.
A porre un freno alla situazione, con conseguenze tragiche, sarà la Maestra Indara, che poi arriverà a rimproverare aspramente Sol quasi imponendogli un silenzio nei confronti del Consiglio per il bene di Osha. Tutti e quattro i jedi usciranno distrutti psicologicamente da questa situazione. Soprattutto Sol, che oltre a quanto fatto con Aniseya porta sulle spalle anche il peso di aver scelto di salvare Osha a discapito di Mae. Quindi ora, come detto, abbiamo un quadro quasi completo della questione.
Mancano infatti ancora alcuni tasselli, come la possibile sopravvivenza di Koril, oppure il modo in cui Mae si è salvata e soprattutto i possibili legami di Qimir con la vicenda. Ma abbiamo ottenuto le risposte più importanti, quelle che hanno marchiato a vita questi jedi con un senso di colpa indelebile.
Voi cosa ne pensate di questa settima puntata di The Acolyte? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci anche su Facebook, YouTube, Tik Tok, Instagram e Twitter per rimanere aggiornati su tutte le novità di Star Wars.