Spiagge sommerse dai rifiuti, scatta il divieto di balneazione: danni permanenti sulle coste | Europa nella bufera

Spiaggia inquinata

Scopri dove finiscono gli abiti usati che butti e perché le spiagge si riempiono di rifiuti tessili invendibili. (jcomp/Freepik) - insolenzadir2d2.it

Scopri dove finiscono gli abiti usati che butti e perché le spiagge si riempiono di rifiuti tessili invendibili.

Quando butti un vestito nel cassonetto, pensi di fare la cosa giusta. Lo immagini riutilizzato, donato, riciclato. La realtà è diversa e non tutto finisce dove credi. Ciò che non viene venduto o recuperato, prende strade invisibili. Quali sono?

Ogni giorno, tonnellate di abiti usati lasciano l’Europa. Vengono raccolti, selezionati, imballati, ma non tutti sono adatti al riuso. Molti sono rotti, sporchi, fuori moda. Si spediscono lo stesso. Il viaggio continua, anche se il destino finale non è quello che ti aspetti.

Il fast fashion produce capi a basso costo e di breve durata. Dopo pochi utilizzi, finiscono nei rifiuti, ma non spariscono. Quando non trovano mercato, diventano un problema ambientale che cresce, silenzioso, lontano dagli occhi di chi compra.

Pensare che un vestito usato ha una seconda vita è unillusione. Il sistema di smaltimento è fragile. I mercati di seconda mano sono saturi. Quando non riescono a gestire il flusso, i capi si trasformano in rifiuti. Dove si perdono i vestiti?

Il percorso incredibile

Il percorso di un vestito usato non finisce nel cassonetto. I capi invendibili si accumulano. I tessuti sintetici non si degradano. Quando non c’è spazio, vengono bruciati o abbandonati. Il ciclo del riuso si interrompe. Come fare?

I tessuti sintetici rilasciano microplastiche. I lavatoi pubblici bruciano gli scarti e l’aria si contamina. Il suolo si degrada. Le comunità locali subiscono le conseguenze. Il fast fashion non finisce con ‘acquisto, continua nel rifiuto. Ecco cosa rivela un reportage di Greenpeace.

Spiaggia inquinata
Spiaggia con rifiuti (Freepik Foto) – insolenzadir2d2.it

Il reportage

Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, Greenpeace ha pubblicato un videoreportage che documenta una situazione allarmante. In una zona dellAfrica occidentale, le spiagge sono invase da abiti usati provenienti dall’Europa. Ogni settimana arrivano circa 15 milioni di capi di seconda mano. Il 50% è invendibile: rotti, sporchi, fuori mercato. I vestiti vengono esportati da Regno Unito, Germania, Belgio e Italia. Solo nel 2022, lItalia ha spedito quasi 200 mila tonnellate di abiti usati.

I capi danneggiati finiscono in discariche abusive o vengono bruciati nei lavatoi pubblici. Greenpeace ha analizzato i campioni: il 90% è composto da poliestere. Le comunità locali sono esposte a sostanze tossiche come benzene e IPA. Il mercato di seconda mano non riesce a gestire il flusso. I vestiti invenduti soffocano gli ecosistemi. Il video di Greenpeace mostra tutto: spiagge trasformate in discariche, fiumi pieni di rifiuti tessili, aria irrespirabile.