“Sono disabile, dovete darmele subito”. Ufficiale, il CONDOMINIO è obbligato ad obbedirti I Lo dice la legge: denuncia se non lo fanno

Disabilità

Disabilità lavoro dal divano illustrazione (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it

“Sono disabile, dovete darmele subito”: il Codice Civile obbliga i condomini a rispettare i diritti di chi vive con disabilità.

Nel silenzio delle scale condominiali, spesso si nascondono storie di ostacoli invisibili. Per chi vive con una disabilità, anche varcare la soglia di casa può trasformarsi in una sfida quotidiana. E non si tratta solo di una questione fisica: è il riconoscimento della dignità e del diritto a una vita indipendente che passa anche attraverso decisioni condivise, in ambito condominiale.

Non tutti sanno che la legge italiana ha già tracciato con precisione i confini entro cui si devono muovere gli altri condomini quando una persona con disabilità fa determinate richieste. Spesso, però, si fa finta di nulla, si rimanda, si cerca una scappatoia. Ma il Codice Civile parla chiaro, e chi ignora questi obblighi rischia conseguenze ben più gravi di una semplice discussione in assemblea.

La questione non riguarda solo l’accessibilità, ma anche il rispetto di diritti che non possono essere messi in discussione. Il condominio non è solo un luogo fisico, ma anche giuridico, dove il diritto all’abitare si intreccia con la convivenza civile.

E per le persone disabili, questa convivenza deve essere garantita attraverso azioni concrete e immediate.

La legge è chiara e i condomini non possono rifiutarsi

Secondo quanto stabilito dal Codice Civile, chi vive in condominio e si trova in una condizione di disabilità ha diritto a tre specifiche richieste che i condomini sono obbligati ad accogliere. La prima riguarda il posto auto riservato, che deve essere garantito nelle vicinanze dell’ingresso del palazzo. Anche qualora non ci siano parcheggi privati, il condominio è tenuto a favorire l’ottenimento di un posto pubblico adiacente, tramite il Comune.

Il secondo diritto riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche, previsto dalla legge 13/1989: con la maggioranza in assemblea (50%+1 dei presenti che rappresentino almeno la metà dei millesimi), i lavori devono essere approvati, e tutti i condomini sono obbligati a partecipare alle spese. Inoltre, come specifica Ot11ot2, anche in assenza di maggioranza, la persona disabile può comunque procedere autonomamente, a proprie spese, per interventi come installare un montascale o allargare un ingresso, purché non vengano danneggiate le parti comuni dell’edificio.

Persona disabile
Persona disabile su sedia a rotelle illustrazione (Canva foto) – www.insolenzadir2d2.it

Denunciare il condominio è possibile in caso di rifiuto

Nel caso in cui il condominio non accolga queste richieste, la persona disabile ha il diritto di denunciare la situazione. Il rifiuto, infatti, può configurare un comportamento discriminatorio e contrario alle norme civili. La legge tutela in modo esplicito chi si trova in difficoltà, e i condomini non possono opporsi né temporeggiare di fronte a una legittima istanza.

Ogni ostacolo frapposto è quindi potenzialmente perseguibile, e il ricorso alle vie legali diventa uno strumento di tutela non solo individuale, ma sociale. In un contesto in cui l’accessibilità è un diritto e non una concessione, il condominio non può che adeguarsi, senza esitazioni.