Scuola anche a luglio, questo è stato l’ultimo anno con 3 mesi di ferie | Addio vacanze, il calendario è stato cambiato

Bambini a scuola (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
Scuola attiva anche nel mese di luglio, seguendo l’esempio dell’infanzia estiva: il progetto solleva dubbi e tanti interrogativi.
Ogni estate, puntuale come una bolletta, arriva lo stesso dilemma per le famiglie: che si fa coi bambini? Il lavoro non si ferma, le scuole sì, e trovare un’alternativa diventa un’impresa. Per molti genitori, quei tre mesi di stop sono tutto tranne che una pausa.
Tra centri estivi, babysitter e nonni da coinvolgere, la gestione diventa un puzzle complicato. Non sorprende quindi che si inizi a parlare seriamente di cambiare le regole del gioco. Negli ultimi tempi, in alcune regioni italiane si stanno cercando modi nuovi per affrontare questo problema.
Non è più solo una questione educativa, ma anche sociale e pratica. L’idea di utilizzare parte dell’estate per continuare il percorso scolastico sta lentamente guadagnando spazio. E no, non si parla di compiti in classe a 35 gradi… ma di qualcosa di più particolare.
Ovviamente, ogni novità porta con sé dubbi e tensioni. Come si organizza una scuola d’estate? Chi ci lavora? Quanto costa? E soprattutto: la scuola deve davvero diventare un posto aperto tutto l’anno? Per alcuni è un’opportunità, per altri un azzardo.
Un tema caldo
Ma il fatto che se ne parli significa che il tema tocca corde profonde. Non si tratta solo di didattica, ma di equilibrio tra vita privata, lavoro e crescita dei figli. C’è poi una questione più ampia, quella delle differenze tra territori.
Alcune regioni hanno più libertà di sperimentare, altre sono legate a regole più rigide. Insomma, non tutti possono permettersi lo stesso tipo di esperimenti. E questo, inevitabilmente, crea squilibri. La scuola dovrebbe essere uguale per tutti, ma non sempre è così. Forse è il momento di chiedersi se questa uniformità abbia ancora senso.

Un’idea nata dall’esperienza
In Trentino, ad esempio, si sta valutando seriamente se tenere aperte le scuole elementari anche a luglio, come riporta anche Tgcom24. L’assessora Francesca Gerosa ha lanciato la proposta, prendendo spunto da un modello che lì funziona già: la scuola dell’infanzia estiva. È un servizio che esiste da anni e che, a quanto pare, piace parecchio alle famiglie. Grazie all’autonomia speciale di cui gode la provincia, esiste la possibilità di organizzare il calendario scolastico in modo diverso rispetto al resto d’Italia. Lo permettono l’articolo 74 del Testo Unico e il DPR 275/1999.
L’idea, in breve, è questa: trasformare luglio in un mese utile ma non pesante, fatto di laboratori, giochi, attività leggere… insomma, una scuola che non sembri troppo scuola. Il progetto, però, è tutt’altro che semplice da realizzare. Prima di tutto per i soldi: mantenere una scuola aperta costa, parecchio. Dalla mensa all’energia elettrica, fino ai compensi per il personale. E proprio gli insegnanti hanno fatto notare che l’estate serve anche a loro, per staccare o aggiornarsi. C’è anche il rischio che l’iniziativa venga vista come un “parcheggio” estivo, più che un’esperienza educativa. E questo sarebbe un peccato, perché l’intento del progetto è tutt’altro. Per ora, comunque, si resta nella fase delle riflessioni.