Scatta il reddito di zona, il Governo ti garantisce 770 € al mese | Tridico usa i soldi dei fondi europei per pagare tutti
Coppia e soldi (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
Un nuovo particolare reddito riapre il dibattito politico italiano tra fondi europei, elezioni e sostegno sociale.
Negli ultimi anni, tra riforme, tagli e polemiche, il tema del sostegno economico statale è diventato un vero campo di battaglia politica. Ognuno ci ha messo del suo: governi che l’hanno lanciato, altri che l’hanno ridotto, partiti che lo difendono a spada tratta e altri che lo accusano di tutto.
Insomma, parlare di welfare oggi significa anche parlare di visione del Paese. Con l’arrivo delle elezioni regionali alle porte, il dibattito si è fatto ancora più acceso. Non si discute solo di programmi o candidati, ma anche di scelte precise che riguardano la vita quotidiana della gente.
E tra queste, c’è ovviamente anche il nodo dell’assistenza economica. In fondo, quando il disagio sociale cresce, i temi “caldi” tornano subito a galla, specialmente se ci si gioca il consenso. Il rapporto tra aiuti pubblici e lavoro è sempre stato delicato.
Alcune regioni, negli anni, si sono mosse per conto loro, anticipando lo Stato o compensandone le mancanze. Hanno varato forme locali di reddito, spesso legate a situazioni territoriali molto specifiche. A volte si è trattato di soluzioni tampone, altre volte di esperimenti più strutturati. Ora però sembra esserci qualcosa di diverso nell’aria.
Una situazione particolare
Forse per necessità, forse per strategia politica, ma alcuni “ritorni” stanno facendo discutere. E dietro queste iniziative, ci sono nomi che conosciamo bene, volti già legati a esperienze passate nel campo del welfare. Non è nostalgia, no… è più un tentativo di riprendere il discorso da dove era stato interrotto.
Come raccontato da Today, Tridico ha spiegato che i soldi arriverebbero direttamente dai fondi europei. Un meccanismo già usato, per esempio, in Puglia con il “reddito di dignità” o in Sardegna con l’“inclusione regionale”. Nulla di nuovo, verrebbe da dire. Ma l’obiettivo è ambizioso: ripartire da lì per coprire le fasce più fragili della popolazione.
I dettagli della questione
Tra i protagonisti di questa nuova fase c’è quindi Pasquale Tridico. Te lo ricordi? Era il presidente dell’Inps ai tempi del primo Reddito di cittadinanza. Ora è europarlamentare con i 5 Stelle e si candida in Calabria con il centrosinistra. E cosa propone? Un reddito regionale finanziato con i fondi europei. Come riporta il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, oggi l’Assegno di inclusione copre fino a 6.500 euro l’anno (8.190 per nuclei composti solo da over 67 o persone con disabilità gravi), con la possibilità di aggiungere un contributo per l’affitto fino a 3.640 euro. Perciò l’importo medio odierno è di 500 euro, ma in taluni casi può anche salire. Quindi, se dovesse essere comparato con l’attuale Assegno di Inclusione, gli importi potrebbero superare i 700 euro.
La proposta, ovviamente, non arriva da sola. Fa parte di una strategia più ampia, quella del cosiddetto “Campo largo”, dove PD e M5S cercano di marciare uniti. In Toscana, ad esempio, hanno persino siglato un’intesa politica — il “patto della Taverna”, chiamato così per via di una foto simbolica tra Giani e Paola Taverna. Anche lì si parla esplicitamente di reddito regionale. Che dire… non è solo una misura sociale, è anche una mossa elettorale ben calcolata.