SALASSO PER I SINGLE: tutta costa il doppio | Quanti soldi servono per vivere dignitosamente

Essere single non conviene in Italia, ecco perché (Freepik Foto) - www.insolenzadir2d2.it

C’è chi la considera la massima espressione di indipendenza: vivere da soli.

Vivere da soli è gestire i propri spazi, il proprio tempo e le proprie scelte. Un piccolo sogno di autonomia che, per molti, rappresenta una conquista personale e un segno di maturità.

Tuttavia, la vita da single non è fatta solo di libertà e silenzi scelti. Dietro quella porta chiusa si nasconde spesso un equilibrio economico fragile, fatto di spese che non si dividono e di conti che arrivano sempre troppo presto.

In un Paese dove la famiglia resta ancora il fulcro sociale ed economico, chi vive da solo finisce spesso ai margini delle agevolazioni, dei bonus e dei sussidi. Il risultato è una quotidianità più costosa e, talvolta, meno sostenibile.

Eppure, l’idea di indipendenza continua ad affascinare. Essere soli può significare anche essere padroni del proprio ritmo, del proprio spazio e delle proprie abitudini. Ma dietro questa libertà apparente si nasconde una realtà economica che merita di essere guardata da vicino.

Quando vivere da soli diventa un lusso

Secondo un’analisi riportata da Mario Landi su Il Messaggero (3 novembre 2025), i numeri non lasciano spazio a interpretazioni romantiche: il costo della vita per i single in Italia è quasi l’80% più alto rispetto a quello di chi vive in famiglia. Gli 8,8 milioni di persone sole nel Paese affrontano spese che, a parità di bisogni, risultano quasi doppie.

La causa? Tutto pesa di più quando non si condivide. Dall’affitto alle bollette, dal cibo ai trasporti, ogni voce di spesa diventa più impegnativa. I costi fissi non si dividono, i consumi restano invariati e, spesso, le tariffe sono pensate per nuclei più grandi. In pratica, l’autonomia si paga — e a caro prezzo.

Non coviene essere single in Italia (Freepik Foto) – www.insolenzadir2d2.it

L’Italia che non è (ancora) un Paese per single

Come sottolinea l’articolo pubblicato su Il Messaggero, questa disparità economica non è solo questione di numeri: riflette un modello sociale che continua a premiare la famiglia come unità di riferimento. Mentre cambiano i costumi, le abitudini e i modelli di convivenza, le politiche pubbliche restano ancorate a un’idea di società che fatica ad accogliere la solitudine come normalità.

Essere single, oggi, può essere una scelta o una condizione imposta, ma in entrambi i casi richiede un equilibrio costante tra libertà e sostenibilità. La sfida dei prossimi anni sarà quella di costruire un Paese capace di riconoscere anche chi vive da solo — non come un’eccezione, ma come una parte integrante e vitale della società moderna.

Sveva Di Palma:
Articoli correlati
Disqus Comments Loading...

Ehi! Questo sito utilizza i cookies!