“Ridateci indietro i soldi”, INPS richiede gli ultimi assegni ai pensionati | Ricalcolo disastroso: “rischiamo il lastrico”
Pensionati senza soldi (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
Tantissime persone in rivolta dopo una decisione shock: l’INPS chiede indietro pensioni già pagate e tassate.
Parlare di pensioni, oggi, significa spesso parlare di disillusione, ritardi e incertezze. Quello che dovrebbe rappresentare un traguardo sicuro dopo una vita di lavoro, in realtà, si trasforma per molti in un percorso a ostacoli. Tra promesse mancate, modifiche normative e calcoli poco chiari, l’ultimo assegno mensile non sempre arriva come previsto. E quando arriva, non è detto che resti lì dov’è.
I disagi sono tanti e colpiscono trasversalmente ogni settore. C’è chi aspetta mesi per una liquidazione, chi si vede ricalcolare la pensione senza preavviso, chi deve affrontare pratiche interminabili per ottenere ciò che gli spetta. Una macchina lenta, spesso contraddittoria, che invece di garantire serenità finisce per generare frustrazione. E, sempre più spesso, anche rabbia.
Negli ultimi tempi, sempre più spesso capita di sentire storie assurde legate al mondo delle pensioni. E no, non stiamo parlando di aumenti o nuovi benefici: al contrario, si parla di soldi già ricevuti che, improvvisamente, vanno restituiti. Una roba che fa tremare chiunque abbia già archiviato la fase lavorativa della propria vita. E la cosa più inquietante? Può succedere anche dopo anni.
Chi ha lavorato una vita intera, magari saltando da un incarico all’altro, si ritrova oggi a dover fare i conti con ricalcoli retroattivi, errori burocratici o cavilli giuridici che, fino a ieri, nessuno sembrava voler considerare. È un po’ come ricevere un conto salato dopo aver già pagato: spiazzante, frustrante… e ingiusto. O almeno così la vedono molti dei diretti interessati.
Tante persone penalizzate
Tra le categorie più colpite c’è una realtà complicata, fatta di carriere spezzettate, contratti intermittenti, contributi versati a singhiozzo. Gente che magari ha girato il Paese, per poi ritrovarsi, oggi, con l’ennesima beffa. Anche perché, per loro, il sistema pensionistico ha sempre avuto regole un po’ diverse, e spesso poco chiare.
E il problema non è solo economico. È anche – anzi, soprattutto – una questione di fiducia. Fiducia nelle istituzioni, nei contratti firmati, nelle promesse fatte. Quando una pensione che pensavi definitiva torna in discussione, cosa puoi più considerare sicuro? È una domanda amara che in tanti, ora, si stanno ponendo.

Un coro di voci e una legge che non si muove
Come riporta TGcom24, tutto è esploso quando oltre 80 tra attori, registi e tecnici dello spettacolo hanno scritto un appello, indirizzato alle istituzioni e ai media. Tra loro ci sono nomi noti come Luca Ward, Massimo Boldi, Simona Izzo e tanti altri. Tutti uniti per denunciare una situazione che riguarda la pensione “che dopo decenni di lavoro ci è stata riconosciuta e che rischia oggi di ridurci in miseria“. Per anni, i tribunali hanno dato loro ragione su una questione legata alla Quota B delle pensioni ex Enpals. Ma a fine 2022 – il 29 dicembre per la precisione – una sentenza della Cassazione ha ribaltato tutto.
Quella decisione ha cambiato completamente le carte in tavola. Ora molti pensionati devono restituire gli arretrati già ricevuti. Il paradosso? Quei soldi erano stati considerati legittimi, già tassati, e incassati magari anni fa. L’INPS si è subito attivata per recuperare le somme, mentre l’Agenzia delle Entrate ha già applicato la tassazione separata. Il problema, a questo punto, non è più solo una questione di calcoli. È diventato uno scontro aperto. Il mondo dello spettacolo chiede un intervento immediato. Una proposta di legge – che dovrebbe sistemare tutto – esiste già (atto n. 1793, per i più curiosi), ma da mesi è ferma in Commissione Lavoro.
