Rai annulla la Kermesse musicale, il più grande evento rischia di essere sospeso | Per il Paese è una perdita enorme

Palco dell'Ariston (Rai - youtube screenshot) - www.insolenzadir2d2.it

Palco dell'Ariston (Rai - youtube screenshot) - www.insolenzadir2d2.it

La manifestazione musicale più seguita potrebbe saltare: tensioni e polemiche rischiano di comprometterne lo svolgimento nel 2026.

Negli ultimi anni, gli eventi musicali hanno iniziato a contare molto più di quanto si pensasse. Non solo concerti o spettacoli da guardare in TV, ma veri momenti collettivi, simboli di qualcosa di più grande: identità, appartenenza. Alcuni appuntamenti, poi, sono diventati vere e proprie istituzioni.

Ma quando il clima si fa teso, anche queste realtà apparentemente “neutre” iniziano a scricchiolare. Ogni anno milioni di persone si danno appuntamento davanti allo schermo per seguire una delle manifestazioni più amate. Performance assurde, voti che fanno discutere.

Ma è proprio questa strana miscela che tiene tutti incollati. Eppure, nonostante l’apparenza festosa, non tutto fila sempre liscio. Anzi, dietro il glitter e le luci c’è spesso parecchio nervosismo. Ci sono giochi politici, tensioni internazionali e interessi economici che si muovono dietro le quinte.

Le scelte delle emittenti, le polemiche sui regolamenti, i messaggi lanciati (a volte volutamente, a volte no) attraverso le esibizioni. Ed è proprio in questi retroscena che si capisce quanto fragile sia l’equilibrio dell’intero evento.

Potrebbe saltare tutto

In un contesto già abbastanza complicato, qualcosa è successo di recente che rischia di far saltare il banco. I toni si sono alzati, le posizioni si sono irrigidite e la questione, per ora, è ancora tutta in sospeso. Ma il punto centrale, quello che potrebbe cambiare tutto, non è stato ancora deciso.

Se davvero dovessero saltare così tante partecipazioni, l’intera impalcatura del contest rischia di venire giù. Tra semifinali da organizzare, budget da coprire e logistica sempre più complessa, non sarebbe facile far quadrare tutto.

Lucio Corsi all'Eurovision (Eurovision Song Contest - youtube screenshot) - www.insolenzadir2d2.it
Lucio Corsi all’Eurovision (Eurovision Song Contest – youtube screenshot) – www.insolenzadir2d2.it

Una crepa che si allarga

Come riporta anche Cosmopolitan, è stata la Spagna a far partire il primo scossone serio. La RTVE, la tv pubblica, ha detto chiaro e tondo che non parteciperà all’edizione 2026 dell’Eurovision se Israele sarà ancora in gara. Il tutto legato — ovviamente — alla situazione politica in Medio Oriente. Il comunicato è arrivato diretto e senza troppi giri di parole, con il sostegno della maggioranza del consiglio direttivo. Una mossa che ha aperto un varco enorme. Non solo perché la Spagna fa parte del Big Five, quindi ha un ruolo fondamentale nell’organizzazione e nei finanziamenti, ma anche perché altri Paesi potrebbero seguirla. Slovenia, Islanda, Irlanda e Paesi Bassi hanno già fatto capire di pensarla allo stesso modo. E si mormora che almeno altri cinque stiano valutando il ritiro.

Al momento, l’EBU (European Broadcasting Union) non ha preso posizione. Tutto è ancora fermo. Intanto, il direttore della tv israeliana Kan, Golan Yochpaz, ha commentato che non ha senso politicizzare l’evento e che Israele dovrebbe continuare a farne parte. Ma qualsiasi decisione — che sia includere o escludere — potrebbe spaccare ancora di più i partecipanti. Anche il Festival di Sanremo potrebbe esserne indirettamente colpito, dato che il vincitore partecipa all’Eurovision ed è una vetrina importantissima che andrebbe persa.