Posti di blocco, piuttosto di dire questa frase morditi la lingua | Ti arrivano subito 1.100 € di multa

Uomo disperato in auto (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it

Uomo disperato in auto (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it

Una frase sbagliata può trasformarsi in una sanzione salata: ecco perché bisogna fare attenzione a cosa si dice.

Capita a tutti quando si guida. E non parlo solo di infrazioni vere e proprie, ma anche di quelle risposte improvvisate che scappano senza pensarci troppo. A volte una parola di troppo pesa più di quanto immaginiamo.

La maggior parte degli automobilisti crede che il problema finisca con la multa immediata. Invece no, perché in certi casi conta anche come ti comporti e cosa dichiari. Una frase buttata lì, magari detta per cavarsela velocemente, può trasformarsi in una complicazione ben più grossa di un verbale standard.

Il Codice della strada, infatti, non si limita a stabilire limiti di velocità o regole sui sorpassi. Ci sono obblighi “extra” che emergono anche a distanza di tempo. E lì, oltre alla cifra da pagare, può saltar fuori una richiesta specifica. Non è una formalità: quella dichiarazione ha un peso legale non indifferente.

Il problema nasce quando questo passaggio viene preso sottogamba. Perché basta una dimenticanza, o peggio ancora una risposta superficiale, per finire in una situazione spiacevole. E non è questione di pochi spiccioli: in certi casi si parla di centinaia di euro che volano via per una leggerezza.

Quando la vera grana arriva dopo

Le sanzioni con decurtazione dei punti nascondono un’insidia che molti ignorano: serve indicare un elemento preciso di quando è stata commessa l’infrazione. L’art. 126 bis del Codice della strada è chiarissimo: se la multa non ti viene contestata subito ma ti arriva a casa, hai 60 giorni di tempo per comunicare quei dati.

E qui viene il bello: se non lo fai, non pensare di cavartela. Scatta una seconda sanzione, separata da quella originale, e i numeri sono pesanti. Si parte da circa 286 euro ma si può arrivare anche a oltre 1.100 euro. Altro che “tanto non rispondo, vediamo che succede”…

Uomo piange in auto (Pexels foto) - www.insolenzadir2d2.it
Uomo piange in auto (Pexels foto) – www.insolenzadir2d2.it

La decisione che fa chiarezza

Il punto critico emerge quando il proprietario del veicolo risponde di non ricordare chi fosse alla guida. Una dichiarazione generica non è sufficiente: la giurisprudenza, a partire dalla sentenza n. 165 del 2008 della Corte Costituzionale, ha chiarito che il cittadino non può essere vincolato a un “obbligo di memoria assoluta”, ma deve fornire motivazioni specifiche. In caso contrario, l’autorità può considerare la risposta equivalente a un’omissione e applicare comunque la sanzione.

Una recente decisione, riportata da Brocardi.it, ha ribadito questa impostazione: il “non ricordo” è ammissibile soltanto se sorretto da elementi concreti, come il ritardo nella notifica del verbale, l’uso condiviso del veicolo tra più persone o eventi eccezionali quali il furto del mezzo, debitamente documentato. In assenza di tali spiegazioni, il rischio è di incorrere in una nuova sanzione amministrativa fino a 1.100 euro, con la possibilità di dover poi proporre ricorso al Giudice di Pace.