Pensioni, se hai sbagliato questo passaggio ti tolgono 200€ ogni mese | È l’Inps a confermarlo
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Calcolo delle pensioni: se avete sbagliato questo passaggio, possono sottrarvi 200 euro ogni mese dall’assegno dell’INPS.
Per molti di noi italiani, la pensione è il vero risultato di un’intera carriera lavorativa. Tuttavia l’INPS, attraverso le sue normative e modalità di calcolo, frequentemente crea nei cittadini più incertezze che il contrario.
Tra i numerosi aspetti non del tutto noti del sistema pensionistico, ve n’è uno in particolare che potrebbe interessare migliaia di pensionati italiani. Il risultato? Pensioni inferiori a quelle aspettate.
Il tutto è ancor più scioccante, se si considera che l’Istituto non ha sempre l’obbligo di comunicare in forma attiva ai pensionati determinate evenienze.
E questa di cui parleremo, secondo Money, è un errore commesso da tantissimi italiani, anche da chi avrebbe avuto disponibilità economiche di un certo tipo.
La causa del problema
Come indicato da Money.it, la problematica deriva dall’assenza di un investimento in un fondo pensione. Una decisione che potrebbe comportare una perdita notevole, pari a circa 200 euro mensili stimati. In questo contesto, anche investimenti modesti mensili possono assicurare un incremento significativo della pensione futura, riducendo di conseguenza il divario tra l’ultima retribuzione e la pensione mensile, in particolare tenendo conto della diminuzione del tasso di sostituzione.
In base alle informazioni fornite dalla Covip, l’autorità italiana di vigilanza sulla previdenza complementare, è stato osservato un rendimento medio annuale del 2,2% per i fondi pensionistici negoziali, mentre per i fondi aperti e i piani individuali pensionistici (noti come PIP) il rendimento varia tra il 4 e il 6%.
I benefici fiscali
Ad esempio, indica Money, un impiegato che avesse investito 100 euro ogni mese in un fondo pensione equilibrato con un guadagno medio del 4% all’anno avrebbe potuto raccogliere circa 80. 000 euro lordi in un periodo di trent’anni, creando un reddito mensile netto di circa 200 euro per un arco di vent’anni. Con un profilo più attivo e un rendimento medio del 6%, i risultati mostrano un netto miglioramento, portando a una rendita stimata mensile di 250 euro.
In base alle informazioni fornite, i contributi possono essere detratti dal reddito imponibile fino a un massimo di 5. 164,57 euro annui, e i guadagni interni possono così beneficiare di un’imposizione fiscale ridotta al 20%. Sebbene ci siano alcuni vincoli, come la possibilità di riscatto anticipato limitata a situazioni specifiche e la necessità di convertire almeno il 50% del capitale in rendita al momento del pensionamento, secondo Money non è mai troppo tardi per cominciare a creare una rendita supplementare, anche se questa non sarà comunque paragonabile a quella che si sarebbe potuta conseguire con un investimento di più lungo periodo.