Pensioni, debutta la tassa agevolazione da 900 € | Contributo obbligatorio per andare in pensione a 60 anni spaccati

Pensione

Tasse per andare in pensione (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it

Un nuovo schema potrebbe permettere a migliaia di lavoratori di anticipare l’uscita dal lavoro, pagando un contributo.

Mentre il dibattito sulle pensioni continua a infiammare l’agenda politica, una nuova misura fa discutere lavoratori e sindacati: un pagamento obbligatorio annuale che potrebbe diventare la condizione chiave per accedere al pensionamento anticipato. L’ipotesi circolata nelle ultime settimane ha suscitato interrogativi su chi dovrà sostenere questo costo, con particolare attenzione al settore dell’istruzione.

In molti si chiedono se questa nuova forma di contribuzione rappresenti una tassa aggiuntiva mascherata da incentivo. Quel che è certo è che il pagamento annuo previsto si aggira intorno ai 900 euro, cifra non indifferente per chi ha un reddito medio e si avvicina alla soglia della pensione. L’idea di dover versare questa somma per diversi anni ha già sollevato malumori tra i lavoratori più anziani.

Secondo indiscrezioni, la misura potrebbe coinvolgere una platea molto più ampia del previsto, estendendosi anche a chi non ha un contratto fisso. Si parla infatti di una possibile apertura non solo a personale di ruolo, ma anche a chi lavora nel pubblico con contratti a tempo determinato, aumentando l’incertezza tra i precari.

Il rischio percepito da molti è che questa contribuzione annuale diventi una sorta di “ticket d’uscita” dal lavoro, una barriera economica per chi spera in un pensionamento a 60 anni. Manca ancora chiarezza su chi verrà obbligato a pagare e su come sarà strutturato il meccanismo, ma l’ipotesi ha già fatto il giro delle aule sindacali e non solo.

Una proposta che cambia il quadro

Secondo quanto riportato da Sky TG24, la misura in discussione non sarebbe in realtà una tassa, ma un riscatto agevolato degli anni universitari pensato per il personale scolastico. Il disegno di legge presentato dalla deputata Bucalo (FdI) mira a modificare radicalmente il sistema attuale, abbassando il costo del riscatto da oltre 6.000 euro a soli 900 euro l’anno.

L’obiettivo dichiarato è quello di facilitare l’uscita dal mondo del lavoro a 60 anni, riducendo l’età pensionabile per chi ha conseguito titoli di studio accademici. Il nuovo schema permetterebbe di convertire gli anni di studio in contributi previdenziali a un prezzo più accessibile, aprendo una possibilità concreta anche ai lavoratori precari e a chi è rimasto fuori dal sistema finora.

Laurea
Riscatto della laurea per andare in pensione (Canva foto) – www.insolenzadir2d2.it

Un’opportunità per molti, ma non per tutti

La misura, se approvata, si rivolgerà non solo agli insegnanti di ruolo, ma anche a chi lavora nella scuola con contratti a termine o risulta disoccupato ma appartenente al comparto istruzione. Il governo punta così a includere i precari nel sistema previdenziale attraverso un incentivo che favorisca anche il ricambio generazionale nel settore.

Per accedere al riscatto, sarà necessario avere un titolo universitario valido e rispettare alcuni requisiti contributivi già previsti dall’INPS. La possibilità di riscattare gli anni di studio a 900 euro l’uno rappresenta, secondo i promotori, una svolta storica per la previdenza scolastica, che potrebbe cambiare il futuro pensionistico di migliaia di lavoratori del settore.