Pensioni bloccate: migliaia di assegni sospesi dall’INPS | Entro il 19 settembre devi restituire le somme già erogate

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Pensioni bloccate (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it

Pensioni a rischio, l’Inps avverte: scadenza cruciale a settembre, brutte sorprese in arrivo per i pensionati.

Molti pensionati italiani conoscono bene l’importanza di rispettare le scadenze fiscali, ma in alcuni casi una semplice dimenticanza può trasformarsi in un problema enorme. È sufficiente non trasmettere un documento o tralasciare un passaggio formale per trovarsi di fronte a conseguenze pesanti che incidono direttamente sull’assegno mensile.

Negli ultimi mesi, diversi cittadini hanno notato variazioni inaspettate nei propri cedolini. Riduzioni improvvise e trattenute inattese hanno destato preoccupazione e fatto sorgere domande su cosa stesse accadendo dietro le quinte del sistema previdenziale. Le segnalazioni si sono moltiplicate, accendendo un campanello d’allarme soprattutto tra chi vive di una prestazione legata al reddito.

Ciò che appare come un dettaglio tecnico, in realtà, può decidere la sorte di migliaia di assegni. L’Inps, infatti, non può verificare la posizione di ogni singolo pensionato senza ricevere i dati richiesti. Ed è proprio questa mancanza di informazioni a innescare un meccanismo che parte da un avviso e può sfociare in misure molto più drastiche.

Il tempo, in questo quadro, diventa il fattore decisivo. Una data precisa segna il confine tra il recupero e la perdita definitiva di diritti economici fondamentali. Per chi non interviene in tempo, il rischio è di trasformare un semplice sollecito in una questione finanziaria ben più grave.

Una scadenza che non lascia margini

Come ricorda Il Giornale, la giornata del 19 settembre è indicata come termine ultimo per regolarizzare la propria posizione. I pensionati interessati sono coloro che non hanno trasmesso la dichiarazione dei redditi relativa al 2021. Per questi soggetti è già scattata una prima misura: l’Inps ha applicato una trattenuta del 5% sugli assegni di agosto e settembre, definita ufficialmente come “trattenuta per mancata comunicazione reddito”.

Chi non presenta la documentazione necessaria entro la data stabilita rischia di vedere sospeso il proprio assegno. La sospensione è solo il primo passo, perché dopo sessanta giorni si entra nella fase successiva: la revoca definitiva del trattamento previdenziale e la richiesta di restituzione delle somme già percepite.

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Pensioni INPS (Depositphotos foto) – www.insolenzadir2d2.it

Cosa succede a chi non si mette in regola

Le prime sospensioni sono già state attivate nei mesi estivi, colpendo chi non ha ancora inviato le comunicazioni reddituali. Chi non interviene rischia di rimanere senza pensione e con un debito verso l’Inps, visto che l’istituto procederà al recupero delle cifre erogate negli anni passati.

Il messaggio è chiaro: entro il 19 settembre è indispensabile trasmettere i redditi del 2021, utilizzando il modello 730, il modello Redditi o i canali messi a disposizione sul portale MyInps. Solo così si potrà evitare che la sospensione diventi definitiva e che il peso della restituzione si trasformi in una nuova e imprevista emergenza economica.