Pensione a rischio: se non paghi 3.200€ di tasca tua perdi tutto | Devi muoverti prima di maggio

Pensionati devono pagare preoccupazione illustrazione (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
Preoccupazione per i pensionati: se non paghi subito 3.200 euro di tasca tua rischi di perdere tutto! Cosa sta succedendo.
La corsa contro il tempo è iniziata. Per migliaia di lavoratori, il traguardo della pensione rischia di diventare un miraggio se non si interviene subito. L’incubo di anni di lavoro spesi invano si sta materializzando per chi ha buchi contributivi non ancora coperti: il rischio concreto è di perdere tutto o di ricevere un assegno ridotto all’essenziale.
Molti credono che il diritto alla pensione sia garantito solo dall’età anagrafica, ma la realtà è ben diversa. Senza il numero minimo di contributi versati, ogni speranza di una pensione dignitosa svanisce. A chi mancano dei versamenti fondamentali viene offerta una possibilità: versare di tasca propria, ma il prezzo da pagare non è affatto simbolico.
Il costo per “salvare” un anno mancante può superare i 3.200 euro. Una spesa tutt’altro che irrilevante, da sostenere in tempi brevi se si vuole evitare di vedere infranti i propri piani di vita. E non tutti sono a conoscenza delle scadenze imminenti: il termine decisivo per agire è fissato prima della fine di maggio.
Il tempo a disposizione per colmare i vuoti contributivi è agli sgoccioli. Per evitare di compromettere il futuro previdenziale, è indispensabile conoscere la procedura corretta e attivarsi senza indugi. Versare i contributi volontari all’Inps è l’unico strumento per evitare che anni di sacrifici si trasformino in un’amara delusione.
Come funziona il versamento dei contributi volontari
La possibilità di versare i contributi volontari è riconosciuta ai lavoratori che hanno interrotto o sospeso l’attività o che, pur lavorando, vogliono aumentare l’importo futuro della pensione. Come spiega QuiFinanza, l’Inps autorizza questi versamenti a chi possiede determinati requisiti, come aver maturato almeno cinque anni di contribuzione oppure tre anni negli ultimi cinque.
Una volta ottenuta l’autorizzazione, il pagamento dei contributi deve avvenire trimestre per trimestre tramite il sistema PagoPa, rispettando scadenze precise: i contributi del secondo trimestre, ad esempio, vanno saldati entro il 30 settembre. Gli importi versati sono deducibili fiscalmente e sono considerati equivalenti ai contributi obbligatori per il calcolo della pensione.

Cosa succede se non versi entro maggio
Chi non provvede a coprire i vuoti contributivi entro le scadenze stabilite, in particolare entro il mese di maggio per la situazione corrente, rischia di perdere definitivamente il diritto alla pensione piena o, nei casi peggiori, di percepire soltanto un assegno sociale minimo. Il costo medio per sanare un anno mancante si aggira oltre i 3.200€ e chi non versa in tempo dovrà affrontare, oltre alla perdita economica, anche complicazioni burocratiche che potrebbero rendere più difficile il recupero.
Perciò, chi ha contributi da integrare deve muoversi immediatamente: consultare la propria posizione contributiva tramite i canali ufficiali Inps e predisporre i pagamenti necessari. Ogni giorno di ritardo può significare la perdita irrimediabile di anni di lavoro e la rinuncia a una pensione dignitosa.