Pagamento urgente con PagoPA: sembra solo di 70€, ma ti portano via 4.200€ | Ti inviano una mail “ufficiale”

Uomo disperato per una truffa (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it

Uomo disperato per una truffa (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it

Un’apparente comunicazione formale invita a pagare una somma contenuta, ma dietro si nasconde un rischio economico molto più serio.

Ormai siamo tutti abituati a ricevere email da enti pubblici, notifiche digitali, avvisi di pagamento. È diventato normale, quasi scontato. E quando arriva un messaggio con su scritto “pagoPA”, il pensiero è: “ok, sarà qualche tassa, multa o bolletta da sistemare”. La fiducia nel digitale è alta, forse anche troppo, e proprio lì si nasconde il problema.

Dietro quella mail così precisa, può nascondersi un piano studiato nei minimi dettagli per fregarti. Sì, anche solo per una multa da settanta euro. E proprio quel numero “piccolo” ti spinge a cliccare senza pensarci troppo.

Il trucco, se vogliamo chiamarlo così, è proprio nella fretta. Una scadenza vicina, l’avviso che l’importo può raddoppiare entro tre giorni, e magari la minaccia (neanche troppo velata) di perdere punti sulla patente. Ti mettono pressione, ti agitano, e tu agisci. Senza riflettere. Ecco il punto. Nessuno ti dà il tempo di fermarti, di riflettere.

Ma è proprio lì che bisognerebbe accendere il campanello d’allarme. Perché certe email sono costruite su misura, cucite addosso alla tua abitudine digitale. E tu, inconsapevolmente, ci caschi. Ma tranquillo, capita a molti. Anche ai più attenti. Anche a chi “queste cose le sa”.

C’è qualcosa che stona

Come riportato da Geopop, negli ultimi tempi sta circolando una truffa che sfrutta l’apparenza di legittimità di pagoPA per colpire le persone via email. Funziona così: ti arriva una comunicazione che parla di una presunta multa, magari per eccesso di velocità, e ti chiede di pagare 70 euro. Il messaggio è credibile, è scritto bene, con tanto di numeretto di pratica, riferimenti e un link che porta – apparentemente – al sito ufficiale.

Solo che quel sito… non è il vero sito. È una copia ben fatta, con gli stessi colori, lo stesso stile grafico, perfino lo stesso font. Ma è un fake. E il link non porta su “checkout.pagopa.it”, ma su un dominio strano, diverso. Ah, e niente lucchetto HTTPS. Un dettaglio che fa la differenza. Perché da lì in poi, tutto quello che inserisci – dai dati bancari al numero della carta – finisce direttamente nelle mani dei truffatori. Ma cosa si può fare per difendersi?

Uomo anziano e truffa (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
Uomo anziano e truffa (Depositphotos foto) – www.insolenzadir2d2.it

Quel click che vale molto di più

E qui viene il bello… anzi, il brutto. Perché chi cade nella trappola, nella maggior parte dei casi, non perde solo quei famosi 70 euro. No. Dopo aver messo i dati nel sito falso, alcuni si sono ritrovati con prelievi ben più pesanti: 4.200 euro, anche di più. In pratica, un click e ti svuotano il conto.

A lanciare l’allarme è stato il CERT-AgID, l’organismo che si occupa della sicurezza digitale in Italia. Hanno notato un aumento consistente di email e SMS che simulano multe, sanzioni e avvisi di pagamento. Il trucco sta tutto nel tono: formale, pulito, convincente. Con tanto di codici che sembrano veri e parole come “infrazione”, “termine ultimo”, “procedura sospesa”. Tutto costruito per farti credere che sia una comunicazione ufficiale. E purtroppo, nella confusione, molti ci cascano. Per difendersi è importante osservare sempre tutto con attenzione, non farsi prendere dal panico e dalla fretta, non cliccare su link sospetti e soprattutto non inserire mai dati sensibili.