ORA È LEGGE – Lavori meno ma guadagni lo stesso: 37 ore a settimana, ma solo per chi fa domanda entro giugno | Poi perdi tutto

Orario di lavoro

Riduzione dell'orario di lavoro domanda illustrazione (Canva foto) - insolenzadir2d2.it

Settimana lavorativa ridotta ma con lo stesso stipendio: la svolta potrebbe diventare realtà, ma solo per chi si muove in tempo.

In un’epoca in cui il tempo è diventato risorsa preziosa quanto il denaro, l’idea di lavorare meno senza perdere nulla in busta paga suona come una rivoluzione possibile. Alcuni Paesi europei stanno già mettendo in pratica modelli innovativi che puntano su produttività e benessere, lasciando intravedere scenari che fino a pochi anni fa sembravano pura utopia.

Nel dibattito pubblico si moltiplicano le domande: è sostenibile una settimana lavorativa più corta? Chi può davvero permetterselo? E soprattutto: quali condizioni bisogna rispettare per non restare indietro? L’invito a informarsi e agire in fretta diventa cruciale, anche perché queste opportunità, spesso, hanno finestre temporali ristrette.

C’è chi interpreta queste misure come una risposta concreta al burnout, alla crescente esigenza di equilibrio tra lavoro e vita privata e all’inevitabile trasformazione del mondo professionale. Sono riforme che parlano a tutti, ma che premiano solo chi si muove per tempo. La corsa contro il calendario, in questo caso, non è solo un modo di dire.

Nel frattempo, molte nazioni osservano da vicino chi sperimenta davvero. I riflettori sono puntati su un governo europeo che ha trasformato una visione progressista in una proposta formale, già al centro di forti discussioni interne. L’attuazione non è semplice, ma il primo passo è stato compiuto.

Una proposta già approvata dal governo

La Spagna ha ufficialmente lanciato la sfida: il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a un disegno di legge che riduce l’orario legale settimanale da 40 a 37,5 ore, mantenendo intatti gli stipendi. Come riporta Wired, il provvedimento è stato fortemente voluto dal premier Pedro Sánchez, che ha chiesto il supporto delle imprese per trasformare la proposta in legge entro il 2025.

A sostenere la riforma sono i principali sindacati spagnoli e la ministra del Lavoro Yolanda Díaz, che ha sottolineato l’importanza del “diritto alla disconnessione digitale” e della creazione di un registro orario per vigilare sul rispetto della norma. Tuttavia, il passaggio parlamentare si preannuncia complesso, con l’opposizione di Popolari e Vox e l’incognita del voto degli indipendentisti catalani. La finestra per accedere a questo cambiamento potrebbe chiudersi presto, e solo chi aderirà per tempo potrà beneficiarne.

Stanchezza lavoro
Persona stanca durante il lavoro illustrazione (Canva foto) – insolenzadir2d2.it

Il diritto alla disconnessione e i nuovi strumenti di controllo

Uno degli elementi centrali della proposta è anche il rafforzamento del “diritto alla disconnessione digitale”. Questo principio, già discusso in altri Paesi europei, garantirebbe ai lavoratori la possibilità di non essere disturbati per motivi professionali fuori dall’orario stabilito.

La ministra del Lavoro spagnola, Yolanda Díaz, ha ribadito l’importanza di proteggere il tempo libero e la salute mentale dei cittadini, inserendo nella riforma anche un registro digitale per monitorare le ore effettivamente lavorate.