Novità IRPEF, da novembre cambiano le aliquote | Chi supera la soglia media paga fino a 1.200€ in più
Taglio Irpef (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
Aliquota unica per alcuni redditi medi, ma chi supera la soglia rischia di pagare molto di più, scopri cosa cambia.
Da tempo si parla di alleggerire la pressione fiscale in Italia, soprattutto per chi si trova nel mezzo: i lavoratori del cosiddetto ceto medio. Quelli che non sono né “ricchi” né “in difficoltà”, ma che spesso finiscono per pagare più di quanto si aspettino. La promessa di un taglio all’IRPEF ha acceso le speranze di molti, ma ora che i dettagli cominciano a emergere, qualcosa non torna.
Dietro l’idea di semplificare il sistema con una riforma delle aliquote, si nasconde una realtà più complessa. Perché, come spesso accade, il diavolo è nei dettagli. E questa volta quei dettagli riguardano proprio la fascia di reddito che va dai 28.000 ai 50.000 euro: il cuore pulsante della classe media. Non tutti, però, ne usciranno con un sorriso.
Nel tentativo di rendere più equo il sistema, il rischio è di ottenere l’effetto opposto. Alcuni contribuenti, con poche centinaia di euro in più in busta paga, potrebbero perdere del tutto i vantaggi fiscali. E questo sta già facendo discutere economisti, lavoratori e sindacati.
L’approvazione della Legge di Bilancio 2026 ha riaperto il confronto tra chi sostiene la misura come un primo passo verso l’aliquota unica e chi, invece, vede nel nuovo meccanismo una trappola per chi si trova nel mezzo.
Una misura attesa, ma non per tutti
Secondo quanto riportato da Money, la manovra prevede una riduzione dell’aliquota IRPEF dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro. Una mossa pensata per alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio e accompagnare gradualmente il sistema verso un’unica aliquota. Ma il beneficio, nei fatti, riguarda una fascia molto ristretta della popolazione.
Chi rientra esattamente in quel range, potrà risparmiare tra i 40 e i 440 euro l’anno. Ma basta superare di poco i 50.000 euro per perdere tutto il vantaggio. Nessun aiuto, nessuna detrazione in più. Una soglia netta, che non tiene conto della gradualità dei redditi reali e che, per molti, rischia di trasformare una buona notizia in una fregatura.

Il paradosso del “troppo poco per contare, troppo per essere aiutati”
Ed è proprio qui che nasce il paradosso: chi guadagna un po’ più della soglia massima viene escluso da ogni sconto, finendo per pagare anche fino a 1.200 euro in più rispetto a quanto sperato. Un controsenso, se si considera che questa riforma nasceva con l’idea di alleggerire il carico fiscale proprio per i redditi medi.
A rimetterci saranno in particolare i lavoratori con redditi tra 50.000 e 60.000 euro, una fascia che nella vita reale rappresenta famiglie monoreddito, impiegati con qualche straordinario in più, piccoli professionisti. Gente che non naviga certo nell’oro, ma che per il solo fatto di guadagnare “troppo” non riceverà nulla. Il viceministro Maurizio Leo continua a parlare di equità fiscale, ma per molti l’effetto della misura rischia di essere l’esatto opposto.
