“Non so cos’è il COC”, “Sono 2.000€ di multa e lasci a noi l’auto”: da novembre lo chiederanno a tutti | Perdi anche il libretto
Posto di blocco (Depositphotos _ Pexels foto) - www.insolenzadir2d2.it
Per l’auto in alcune situazioni è richiesto un documento spesso trascurato, la cui assenza può causare non pochi problemi.
Guidare ogni giorno comporta più di quanto sembri: tra segnaletica, normative in continua evoluzione e obblighi da rispettare, è facile perdersi qualcosa. Eppure, tra i vari documenti da portare con sé, ce n’è uno che continua a sfuggire ai più, con conseguenze potenzialmente spiacevoli.
Non si tratta di un semplice dettaglio: questo documento può decidere se si prosegue il viaggio o se l’auto resta ferma. Le forze dell’ordine, sempre più attente su strada, non si limitano più a controllare assicurazione o revisione: i controlli oggi puntano anche su aspetti meno noti.
Capita sempre più spesso che le sanzioni derivino da dimenticanze apparentemente innocue, che invece possono costare caro. Non è solo una questione di negligenza: molti automobilisti non sanno nemmeno dell’esistenza di determinati obblighi.
C’è infatti un certificato che in pochi conoscono, ma che sta diventando cruciale per continuare a guidare. Non riguarda l’assicurazione o il bollo, ma ha a che fare con aspetti tecnici legati alla conformità del mezzo alle norme europee.
Attenzione a questo documento
Il vero problema nasce dal fatto che, in molte circostanze, non possedere questo documento può significare non poter circolare. Fino ad ora, i controlli sono stati rari e poco rigorosi, ma tutto lascia intendere che le cose stiano per cambiare.
Quel foglio che fino a poco tempo fa nessuno considerava, oggi è diventato essenziale. Un imprevisto che si scopre solo quando ormai è troppo tardi: magari durante un controllo o quando si cerca di risolvere un’anomalia burocratica. In alcuni casi, esibire il libretto non basta più: serve anche il COC. Ma di cosa si tratta, esattamente?

Il COC e la sua importanza
Come riporta Virgilio Motori, il documento in questione si chiama Certificato di Conformità, o più semplicemente COC. È una specie di “carta d’identità tecnica” del veicolo che serve a dimostrare che l’auto è in linea con tutte le normative europee su sicurezza, emissioni e omologazione. Viene rilasciato direttamente dal produttore del mezzo e, fino ad ora, veniva richiesto soprattutto quando si importava un’auto da un altro Paese dell’Unione Europea o la si doveva reimmatricolare in Italia. In pratica, grazie al COC è possibile immatricolare il veicolo in qualsiasi Stato membro senza dover affrontare ulteriori verifiche tecniche o pratiche burocratiche complesse.
Il problema nasce quando questo documento non c’è. Non tutti i veicoli infatti possono ottenerlo: auto troppo vecchie o destinate a mercati extraeuropei potrebbero non rispettare gli standard attuali e, quindi, non essere idonee a riceverlo. In questi casi è necessario seguire una procedura di omologazione nazionale, che è più lunga e costosa. Il COC diventa quindi essenziale non solo per importare, ma anche per dimostrare la regolarità tecnica del veicolo. Anche per chi acquista un’auto usata proveniente da un altro Paese UE, il COC può essere richiesto per completare la reimmatricolazione. E non è tutto: concessionari e rivenditori sono obbligati a fornirlo all’acquirente del veicolo nuovo. La sua assenza può bloccare l’immatricolazione e causare problemi legali. Il COC è uno dei documenti che garantiscono il rispetto dell’art. 75 del CdS. Senza questo certificato, il veicolo può essere considerato non omologato, e quindi soggetto alle sanzioni previste da questo articolo: chi mette in circolazione un veicolo privo di omologazione (oppure con dispositivi o componenti non approvati) è soggetto a una sanzione pecuniaria da € 430 a € 1.731. Sommando anche eventuali spese e provvedimenti accessori, il costo può aumentare.
