Lino Banfi, “Tumore al cervello, con crisi epilettiche”: la malattia silenziosa si è diffusa per mesi | Fino alla fine

Lino Banfi commosso (Rai - youtube screenshot) - www.insolenzadir2d2.it

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Una ferita aperta nel racconto più intimo di Lino Banfi, travolto dalla malattia che si è trasformata in un incubo.

Lino Banfi non è solo il nonno d’Italia o l’attore che ha fatto ridere intere generazioni. Negli ultimi tempi, il suo modo di raccontare le cose è cambiato, si è fatto più profondo… più vero, forse. Il tempo gli ha tolto qualcosa, è vero, ma oggi Banfi non recita: si mette a nudo, racconta emozioni che non hanno copione.

C’è un tema che, quando entra nella vita di qualcuno, la rivoluziona senza chiedere permesso: la malattia. Quando tutto fila liscio, non ci si fa caso. Ma appena si inceppa qualcosa… beh, ci si accorge che si può perdere tutto. È qualcosa che strappa via certezze, giorno dopo giorno. E Banfi purtroppo lo sa.

Nel mondo dello spettacolo si parla spesso di successo, di numeri, di riconoscimenti. Ma c’è anche chi sceglie di restare autentico, e di portare sullo schermo pezzi di sé. Banfi, oggi, fa proprio questo. Non gli serve un grande set né effetti speciali. Gli basta un racconto sincero. Le sue parole non cercano la scena, cercano uno spazio vero nel cuore di chi ascolta.

E poi ci sono quelle storie che, per quanto dolorose, vanno raccontate. Perché restare in silenzio fa ancora più male. In un recente progetto, Lino ha messo da parte il mestiere e si è affidato al vissuto. E lì, proprio in quel momento, la sua fragilità è diventata forza. Ha condiviso un pezzo di dolore con chi è pronto ad accoglierlo senza giudizi.

Tra musica, ricordi e incontri inaspettati

Come riporta Open, è nato tutto da una chiacchierata con Mara Venier, che gli ha parlato di un giovane cantante, Michele Bravi. Lui è andato a trovarlo a casa e… da lì, il passo è stato breve. Michele gli ha detto: “Lino, sono cresciuto con i tuoi film”, e lui gli ha risposto scherzando: “Beh, allora sei venuto su bene”. La leggerezza non manca mai, neanche nei momenti più seri. Quando Bravi gli ha chiesto quanto volesse come cachet, Banfi ha tagliato corto: “Dammi un cucchiaio di citrosodina e siamo a posto”.

Ma dietro l’ironia, si nascondeva un peso enorme. Il corto realizzato per il brano Lo ricordo io per te non era solo un lavoro. Era una sfida personale. Banfi ha raccontato che durante le riprese, a volte, dimenticava di essere sul set. Accanto a lui non vedeva l’attrice, ma sua moglie. Riconosceva quei gesti, quegli sguardi. E, improvvisamente, era come tornare a vivere certi momenti, quelli più difficili.

Lino Banfi (Rai - youtube screenshot) - www.insolenzadir2d2.it
Lino Banfi (Rai – youtube screenshot) – www.insolenzadir2d2.it

Un lento addio che non lascia scampo

In un’intervista al Corriere della Sera, Lino ha aperto il cuore. Ha parlato della malattia di Lucia, la sua compagna di una vita. Tutto è cominciato nel 2016. Un giorno, mentre chiacchieravano, lei si è bloccata, persa nel vuoto. Lui ha pensato si fosse distratta, ma lei non ricordava più cosa stesse dicendo. Da lì, la scoperta dell’Alzheimer. I figli avevano già notato segnali simili. E da quel momento, tutto è cambiato.

Lucia, consapevole della situazione, aveva paura di non riconoscere più il marito. Lino cercava di sdrammatizzare, scherzava: “Ci ripresenteremo da capo. Molto lieto, Lino. Piacere, Lucia.” Ma la malattia non ha avuto pietà. Col tempo, è diventata qualcosa di ancora più spietato: “quando da Alzheimer il male diventò un tumore al cervello, con crisi epilettiche, fino alla fine”, come riporta sempre Open. Alla fine Lucia non parlava più, non riconosceva nessuno. Banfi l’accudiva come una bambina. E lì, ha capito che quello non era più vivere, era solo restare. I medici dell’hospice – ha detto – più che aiutare i malati, devono insegnare ai familiari a sopravvivere alla disperazione.