INPS BLOCCA LA PENSIONE – Se hai 3.000€ di risparmi ti stoppano i pagamenti: soldi solo a chi non ha niente | Nuove regole folli

Pensione bloccata illustrazione (Canva foto) - insolenzadir2d2.it
INPS nel mirino: basta qualche migliaio di euro in banca per vedersi negata la pensione sociale, cosa sta succedendo.
Nel momento in cui si raggiunge la soglia d’età per la pensione sociale, molti credono che basti non avere redditi elevati per ricevere questo sostegno. Ma c’è un aspetto che pochi considerano e che potrebbe cambiare radicalmente le carte in tavola: i soldi in banca. Per chi ha messo da parte anche solo qualche migliaio di euro, la situazione potrebbe complicarsi.
Le domande crescono: è davvero sufficiente rispettare i limiti reddituali per ricevere l’Assegno sociale? Oppure l’INPS potrebbe decidere di negarlo anche in presenza di risparmi personali? Il dubbio non è nuovo, ma oggi assume un significato molto più concreto alla luce di una sentenza che sta facendo discutere.
Il termine “reddito”, infatti, può sembrare chiaro, ma è tutto meno che semplice quando si passa alla pratica. Alcuni pensionati si sono già visti negare l’assegno, pur non avendo entrate regolari, solo perché possedevano una somma di denaro considerata “eccessiva” per gli standard della misura.
Le conseguenze di questa interpretazione possono essere forti, soprattutto per chi vive con poco e conta sull’Assegno sociale per arrivare a fine mese. Una valutazione che non guarda solo le entrate ufficiali, ma prende in considerazione anche il tenore di vita e la disponibilità economica globale.
L’Inps può bloccare l’assegno anche con soldi in banca?
L’Assegno sociale, previsto per chi ha compiuto 67 anni e si trova in una situazione economica disagiata, è legato a soglie ben precise: 7.002,84 euro annui per i single, 14.005,68 euro per le coppie. Fin qui tutto sembra semplice. Ma nella pratica, l’INPS si riserva di valutare la condizione economica complessiva, non solo i redditi dichiarati.
Come spiega Money.it, in alcuni casi l’istituto ha negato l’erogazione dell’Assegno anche a chi risultava formalmente entro i limiti di legge, motivando la decisione con la presenza di depositi bancari consistenti o stili di vita incompatibili con uno stato di bisogno. Una linea confermata anche dalla Corte di Cassazione, che ha sancito la legittimità di considerare elementi come affitti elevati, contributi da familiari o spese superiori alla media per stabilire il reale stato economico del richiedente.

Risparmi e tenore di vita contano più del reddito dichiarato
Nella sentenza n. 13577 del 2013, la Corte ha stabilito che il reddito da considerare ai fini dell’Assegno sociale include ogni entrata di natura economica, anche se non formalmente classificata come reddito. Di conseguenza, il tenore di vita può rappresentare un indicatore rilevante per l’INPS, suggerendo la presenza di mezzi alternativi di sostentamento.
Avere 3.000 euro o più in banca, se collegato a spese elevate o a una condizione abitativa agiata, può diventare un ostacolo all’ottenimento della prestazione. In sostanza, non basta dichiarare poco: bisogna anche dimostrare di vivere con poco. Solo così l’INPS potrà riconoscere l’effettivo stato di bisogno richiesto dalla normativa.