IMU, niente più unica mazzata: il Comune ti fa pagare piano piano quando hai voglia | Fino a 5 anni e alcuni sono esonerati

Spese da affrontare (Pexels foto) - www.insolenzadir2d2.it

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IMU e Tari, il fisco cambia faccia: più tempo per pagare, accordi personalizzati e sconti possibili per chi rispetta determinati requisiti.

Quando arrivano le scadenze per le tasse locali, come IMU o Tari, molti si ritrovano con l’acqua alla gola. Non è tanto una questione di dover pagare – quello lo si sa – ma proprio di *come* farlo. I Comuni chiedono subito tutto, senza possibilità di trattativa, e questo può diventare un bel problema per chi, magari, sta cercando di restare a galla dopo mesi complicati.

Fino a oggi, il meccanismo era piuttosto rigido: ti arriva l’avviso, devi pagare tutto e in fretta. Stop. Nessuno spazio per ragionare, dilazionare, o trovare un accordo. Eppure, in un periodo storico in cui l’economia balla come una barca in tempesta, questo sistema non regge più.

Chi è in difficoltà ha bisogno di strumenti flessibili, non di ulteriori bastoni tra le ruote. Da tempo si parla di rendere il fisco più “umano”, diciamo così. Le situazioni non sono tutte uguali: c’è chi ce la fa e chi, per colpa di mille fattori, finisce in crisi.

Però, finché non cambia la logica alla base – cioè quella di un fisco inflessibile – non si riesce a costruire un rapporto meno punitivo tra cittadino e istituzioni. E no, non si tratta di essere morbidi con chi evade, ma di offrire vie d’uscita a chi vuole pagare ma non riesce.

Nuovi passi avanti

Qualcosa, però, finalmente si muove. Forse è presto per cantare vittoria, ma si comincia a parlare di un nuovo approccio. Uno in cui anche i Comuni iniziano a riconoscere che il mondo reale non è fatto solo di scadenze e cartelle, ma anche di difficoltà, imprevisti, errori. E magari, di soluzioni condivise.

Attenzione però: non è ancora tutto pronto. La norma è scritta nella legge delega, ma bisogna aspettare i decreti attuativi che stabiliranno chi può accedere, con quali limiti e in che modo. Il Governo ha tempo fino al 29 agosto 2026 per scrivere queste regole. Solo allora si potrà davvero cominciare a fare domanda.

Tasse (Pixabay foto) - www.insolenzadir2d2.it
Tasse (Pixabay foto) – www.insolenzadir2d2.it

Una boccata d’aria per chi ha i conti in crisi

Lo scorso 5 agosto è passata in via definitiva una legge delega che apre a nuove possibilità per le imprese in difficoltà economica. Quelle, cioè, che entrano nelle procedure del Codice della crisi d’impresa (che ha sostituito la vecchia legge fallimentare). Come riportato da Money.it, queste imprese potranno rateizzare o, in certi casi, anche ridurre ciò che devono pagare per tributi locali come Imu o Tari. Si tratta di una trattativa tra l’ente locale e l’impresa, che serve a trovare un equilibrio. L’azienda può evitare pignoramenti o altri guai se riesce a concordare un piano di pagamento sostenibile. In cambio, il Comune riesce comunque a recuperare una parte del credito, invece di perderlo del tutto. Non è automatico, serve una procedura precisa – e per ora non è ancora attiva.

Fino ad ora, questo tipo di agevolazioni valevano solo per debiti verso lo Stato, come Irpef o Iva. I tributi locali, invece, erano esclusi. Ma con questa modifica anche i Comuni, le Province e le Regioni potranno sedersi al tavolo con l’impresa e trovare un accordo. È un cambiamento grosso, perché supera un’interpretazione che aveva sempre tenuto fuori questi enti dai benefici previsti dalla normativa sulla crisi.