EMERGENZA SANITARIA – Tornano le zone rosse in Italia: il virus si sta diffondendo troppo velocemente | Si ritorna tutti in lockdown entro agosto

Persone con mascherine (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
L’incubo torna a farsi sentire: cresce l’allerta in diverse regioni italiane e riaffiorano i timori di un nuovo lockdown.
C’è qualcosa, in questo periodo, che ricorda fin troppo bene l’estate del 2020. Quel senso di déjà vu che fa tornare a galla una paura che sembrava sepolta. Nessuno vuole nemmeno nominarlo, quel periodo, ma la verità è che il pensiero di un possibile ritorno a restrizioni fa paura. Anche solo per precauzione, si riprende a stare un passo indietro.
Le città cominciano a cambiare faccia, la preoccupazione cresce. Nessuno osa dirlo a voce alta, ma è impossibile ignorare quel clima di sospensione. Quella sensazione che da un momento all’altro tutto possa fermarsi di nuovo.
E come allora, tornano anche le polemiche. C’è chi pensa che sia solo allarmismo, chi dice che è meglio agire subito per evitare il peggio. Tutto sembra un brutto remake di un film che conosciamo fin troppo bene. Il problema è che, stavolta, il copione è diverso, e nessuno sa bene come andrà a finire.
Il punto è che non si tratta solo di prudenza. Quello che torna a galla è il peso psicologico di quelle settimane chiusi in casa, la fatica di riorganizzare le giornate, il lavoro, la scuola, la vita. E anche se per ora siamo lontani da quei livelli, basta il sospetto, basta la parola “zona rossa” per riattivare un meccanismo collettivo fatto di tensione e allerta. La memoria, in certi casi, è più potente di qualsiasi notizia.
Situazioni critiche e prime contromisure
In Veneto, intanto, la preoccupazione si fa concreta. Come riportato da Fanpage tramite Il Corriere della Sera, Padova è stata dichiarata zona rossa dopo il ricovero del primo paziente, un uomo di 67 anni colpito dal virus West Nile. Il paziente, residente a Cavarzere, è arrivato in ospedale con febbre alta, confusione mentale e un quadro clinico già complicato da altre patologie. È il primo caso umano confermato nella zona, ma potrebbe non essere l’unico.
Anche le province di Rovigo e Venezia sono sotto osservazione, classificate come zone gialle dopo che alcuni animali infetti – soprattutto uccelli – sono stati trovati nei territori. L’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha intercettato il virus in vari esemplari di zanzare catturate grazie a una rete di trappole sparse in tutta la regione. Un segnale che il vettore è presente e in circolazione, e che la situazione va gestita con rapidità.

Nuove segnalazioni e l’intervento del ministero
Il Ministero della Salute ha già diffuso una circolare operativa. Maria Rosaria Campitiello, a capo del Dipartimento della Prevenzione, ha spiegato che la situazione è monitorata attentamente e che le misure previste dal Piano Nazionale Arbovirosi sono attive. L’obiettivo è contenere subito ogni possibile focolaio, anche attraverso la sensibilizzazione dei medici di base e dei pediatri, per riconoscere in fretta i sintomi sospetti.
Nel frattempo, a Cavarzere, si lavora sul campo. Sopralluoghi nei punti a rischio, disinfestazioni mirate e controlli nelle caditoie fanno parte di una strategia rapida e mirata. Nessuno vuole allarmare, ma se i casi dovessero aumentare, altre aree potrebbero cambiare colore da un giorno all’altro. Il virus è lì, silenzioso, e la priorità resta una: non farsi trovare impreparati.