Divieto piazze, i ragazzi fino ai 13 anni non ci possono più entrare | Già multate le prime famiglie: dovete fare il giro largo per non disturbare

Ragazzini in piazza (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it

Ragazzini in piazza (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it

Scoppia il caso sull’accesso dei più giovani alle piazze: tra regole, multe e dibattiti accesi che colpiscono l’opinione pubblica.

In certi luoghi basta poco per far scattare polemiche lunghissime. Stavolta il tema non è la bellezza o la storia della città, ma la possibilità per i ragazzi di “esserci” davvero dentro quello spazio. Non come turisti o spettatori, ma semplicemente come ragazzini. Che corrono, urlano, giocano. Forse anche un po’ troppo.

Ci si chiede, ormai sempre più spesso, quanto margine abbiano ancora i più giovani per vivere liberamente le piazze. O se ormai siano diventate solo scorci da cartolina, da attraversare in punta di piedi. C’è chi grida all’esclusione mascherata da decoro urbano e chi invece difende il bisogno di proteggere il riposo e la tranquillità degli abitanti. Il punto è che le regole ci sono, ma la convivenza è fatta anche di sfumature.

Alcuni parlano di un’escalation, di bambini trattati come se fossero adulti in miniatura. Ma altri rispondono: non si può sempre chiudere un occhio. Il fatto è che la linea tra educazione e punizione si sta facendo sottile.

Non a caso, questa faccenda ha superato i confini e ha acceso discussioni anche all’estero. Il cuore del dibattito, però, resta qui: quanto spazio siamo disposti a lasciare ai ragazzi nel nostro spazio pubblico? La risposta non è semplice. E ogni nuova regola diventa un segnale.

Un fischio, un regolamento, e scatta la sanzione

Come riporta Fanpage, tutto è partito da una segnalazione, una telefonata di un residente un po’ infastidito dai rumori in piazza Pino Signoretto, a Murano. Era il 12 settembre. Quando sono arrivati i carabinieri, hanno trovato 14 ragazzini – tra i 12 e i 13 anni – intenti a tirare due calci a un pallone. Nessuna rissa, niente rotture. Solo un po’ di confusione. Ma abbastanza, pare, per applicare il regolamento del Comune.

Risultato: 50 euro di multa a famiglia, senza possibilità di replica. Secondo il regolamento di polizia urbana di Venezia, sono vietati i giochi che arrecano disturbo o pericolo alle persone. E qui, a quanto pare, la palla è stata vista come un rischio. I genitori sono stati chiamati direttamente in caserma. Da lì, il passo verso il caos mediatico è stato brevissimo.

Ragazzini giocano a pallone (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
Ragazzini giocano a pallone (Depositphotos foto) – www.insolenzadir2d2.it

La situazione finisce sui giornali stranieri

Da semplice episodio locale a caso discusso nei salotti inglesi. Sì, perché la notizia è arrivata anche sul Guardian e sull’Independent. C’è chi applaude i ragazzi: “Almeno stavano all’aria aperta, non incollati a uno schermo!”. E c’è chi invece difende la decisione: “Le regole ci sono per essere rispettate”. Intanto, il parroco del quartiere e un noto vetraio si sono schierati: vogliono pagare loro le multe, perché “tutti siamo stati bambini, e giocare in piazza non è un crimine”.

Ma il comandante della polizia locale, ha detto chiaramente che non è la prima volta che quei ragazzi vengono invitati ad andare altrove. A soli quattro minuti a piedi, per la precisione, c’è un’altra area più adatta. “Non sono più dei bimbi piccoli – ha detto – una pallonata data da un 13enne può far male davvero”. E così, nel frattempo, molte famiglie preferiscono cambiare strada. Per non rischiare. Per non disturbare.