Comunicazione con PagoPA, importo minimo per la multa | Paghi 67€ ma te ne scalano 3.900€: controlla o li perdi per sempre
PagoPa truffa (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
La comunicazione per pagare il PagoPA nasconde insidie che possono costare caro. Ecco a cosa devi fare attenzione.
Può bastare un dettaglio per fare la differenza: un numero di protocollo, un logo ben posizionato o un importo credibile. Quando si tratta di comunicazioni online, l’apparenza conta più della sostanza, soprattutto se arriva da enti noti e riconoscibili.
In molti casi, il messaggio sembra provenire da una piattaforma ufficiale, con toni educati e riferimenti specifici. Ma se dietro si cela un inganno, il rischio non è solo economico: può compromettere anche la sicurezza dei propri dati personali.
Negli ultimi mesi, si è notato un incremento significativo di segnalazioni da parte degli utenti. Il contenuto delle comunicazioni è sempre più sofisticato: email ben scritte, prive di errori grammaticali e corredate di simboli, numeri e importi che richiamano la documentazione autentica.
Molti utenti, mossi dal timore o dalla fretta, cadono nella trappola senza pensarci due volte. Basta un link cliccato d’istinto, la fretta di sistemare una presunta violazione o il panico per una multa inaspettata. L’urgenza comunicata nel messaggio, spesso enfatizzata con scadenze imminenti o ipotetici raddoppi dell’importo, è studiata per spingere la vittima ad agire in modo impulsivo. Una volta entrati nel sito falso, le informazioni sensibili vengono immediatamente compromesse.
quando tutto sembra autentico, ma qualcosa non torna
Come riportato da Geopop, la nuova ondata di phishing che circola in Italia sfrutta il nome e l’immagine di pagoPA per attirare le vittime. Le email simulate riguardano una presunta multa, di solito per eccesso di velocità, con importi che variano dai 67 euro a cifre molto più alte, accompagnate da codici identificativi molto realistici. L’obiettivo non è incassare il pagamento, ma spingere l’utente a cliccare su un link che porta a un sito fasullo, progettato per carpire dati bancari e personali.
Questi portali fraudolenti imitano in modo preciso l’interfaccia ufficiale di pagoPA: colori, font e struttura grafica sono praticamente identici. Tuttavia, il dominio utilizzato è diverso da quello autentico (checkout.pagopa.it), spesso poco affidabile e privo di certificato HTTPS. La truffa si basa su due elementi fondamentali: credibilità visiva e pressione psicologica.

La finta multa e la vera perdita economica
Il caso più emblematico ha riguardato un utente che, credendo di regolarizzare una sanzione da soli 67 euro, si è visto addebitare quasi 3.900 euro dal proprio conto. Il pagamento è avvenuto tramite un portale fasullo, e il danno è stato immediato. “Paghi 67€, ma te ne scalano 3.900€” è la frase che meglio sintetizza l’assurdità di quanto accaduto. A quel punto, il rimborso diventa difficile e l’intervento delle autorità è l’unica via percorribile.
Il CERT-AgID consiglia di prestare attenzione a ogni minimo dettaglio: verificare l’indirizzo del mittente, controllare l’URL senza cliccarlo, e in caso di dubbio, inoltrare la comunicazione a malware@cert-agid.gov.it. Non si tratta di casi isolati: questa truffa colpisce utenti di ogni fascia d’età e sfrutta la fiducia nei confronti delle istituzioni per sottrarre denaro e identità digitali. Riconoscere questi tentativi è oggi una competenza necessaria, non solo una precauzione.
