ATTENZIONE – L’8×1000 che firmi a maggio finisce nelle tasche dei cardinali: ogni firma vale 3.000€ che si intascano | È tutto scritto

Cardinale 8x1000 illustrazione (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
Ogni firma sull’8×1000 potrebbe finire nei conti di chi siede in alto: ecco perché indignarsi, sta cambiando tutto!
Mentre il mondo cattolico si ferma, scosso dalla scomparsa di Papa Francesco, i riflettori si accendono non solo sul Conclave imminente, ma anche su una macchina economica che pochi osano guardare da vicino.
Il lutto e il raccoglimento nascondono una realtà che in questo momento diventa ancora più evidente: la disparità tra chi dona e chi riceve.
A maggio, come ogni anno, milioni di cittadini italiani saranno chiamati a scegliere a chi destinare l’8×1000 dell’IRPEF. Un gesto apparentemente libero e consapevole, che viene spesso raccontato come un aiuto concreto alla comunità.
Eppure, tra le pieghe di quella firma, si cela un meccanismo poco trasparente, che in molti casi finisce per alimentare retribuzioni clericali da capogiro, ben lontane dalla quotidianità di chi quella firma la appone.
Dove va a finire l’8×1000
È proprio in questo momento storico che vale la pena chiedersi dove vanno davvero quei soldi. L’8×1000, nato per sostenere il culto e il sostentamento del clero, viene spesso giustificato con la necessità di garantire un minimo vitale ai sacerdoti e ai religiosi. Ma quel “minimo” oggi supera in certi casi i 5.000 euro mensili. È la cifra media percepita dai cardinali, anche dopo i tagli. Una cifra che, paradossalmente, equivale a oltre 3.000 euro per ogni singola firma raccolta a favore della Chiesa cattolica, come rilevato nei calcoli riportati da QuiFinanza.
Intanto, le immagini solenni di cardinali riuniti in Vaticano scorrono sui telegiornali, con paramenti sontuosi e un silenzio pieno di cerimoniale. Ma dietro quell’aura sacra, si muove una struttura economica consolidata, in grado di canalizzare miliardi grazie a un sistema poco compreso dalla maggior parte dei contribuenti.

Cifre e firme: il legame diretto tra l’8×1000 e gli stipendi ecclesiastici
Dopo i tagli imposti da Papa Francesco nel 2021, i cardinali del Vaticano percepiscono uno stipendio medio di circa 5.000 euro al mese. I vescovi italiani si attestano sui 3.000 euro, mentre i sacerdoti ricevono circa 1.200 euro. Il Pontefice, fino alla sua morte, aveva scelto di rinunciare completamente allo stipendio, segnando una discontinuità simbolica.
Tuttavia, la massa di firme raccolte annualmente con l’8×1000 alimenta direttamente questo sistema. Ogni sottoscrizione vale in media oltre 3.000 euro per la Chiesa cattolica, una cifra che – secondo quanto calcolato da esperti – corrisponde perfettamente allo stipendio mensile di un vescovo. Un dato che solleva interrogativi sulla reale destinazione delle risorse e sul grado di consapevolezza di chi sceglie ogni anno di firmare.