Approvati i licenziamenti via mail, sei fuori dall’azienda entro 24 ore: se non la leggi fai una pessima figura | Niente preavviso, niente spiegazioni

Uomo che non vuole vedere la mail di licenziamento (Canva Foto) - insolenzadir2d2.it
Possono mandarti via dal lavoro con una mail? Scopri quanto c’è di vero: rischi di andare al lavoro e di non trovare nessuno!
Immagina di svegliarti come ogni mattina, con la solita routine. Ti prepari, prendi il caffè al volo, sali sul bus o in auto. Scorri le notifiche sullo smartphone, leggi una mail dal tuo capo. L’oggetto è “Interruzione del rapporto di lavoro”. La notizia potrebbe lasciarti senza parole.
Apri la mail, confuso, il cuore accelera. Qualche riga fredda e impersonale ti comunica che sei stato licenziato. Ti chiedi se è uno scherzo, ma è tutto vero. In un attimo, la tua giornata cambia e non in meglio.
Arrivi al lavoro con le gambe che tremano. Ti chiedi se gli altri lo sanno, se ti aspettano per dirti qualcosa. Ogni volto ti sembra estraneo. La mail continua a lampeggiare nella tua mente, come una condanna. Cosa succede?
Questa scena, per quanto angosciante, potrebbe essere diventata comune. Quanto c’è di vero in queste storie? Puoi essere licenziato con una semplice mail? Scopri ora cosa prevede la legge e quali sono i tuoi diritti in questa situazione!
Come funziona la PEC
Per licenziarti, non può essere una mail qualsiasi. Potrebbe essere una PEC. Parliamo della Posta Elettronica Certificata che equivale a una raccomandata con ricevuta di ritorno. In teoria, un’azienda può comunicare il licenziamento con la PEC e questa modalità è considerata lecita dalla normativa vigente.
Questo sistema basta per rendere legittimo un licenziamento? Serve solo un messaggio digitale per interrompere un rapporto di lavoro? La risposta, come accade in ambito legale, dipende da molti fattori. Ecco cosa è successo in un caso concreto!

Un caso concreto
Today riporta il caso di un’azienda di logistica nel Ferrarese che ha licenziato 50 dipendenti con la PEC. Così i lavoratori hanno organizzato uno sciopero di 3 giorni con il supporto dei sindacati. Nonostante il licenziamento, ci sono prospettive di rientro per almeno 14 dipendenti su 50, anche se la situazione è incerta. La vertenza è in corso e, al momento, gli sviluppi sono in divenire.
Secondo quanto riportato da Aruba.it, la PEC è sufficiente come comunicazione scritta di licenziamento, però deve rispetti i tempi previsti dalla normativa, come per le comunicazioni cartacee. La legge riconosce alla PEC il valore di una raccomandata con ricevuta di ritorno, ma il datore di lavoro ha l’obbligo di assicurarsi che il dipendente ha ricevuto e letto la comunicazione. Questo significa che, nonostante la validità legale della PEC, la sua effettiva ricezione e comprensione da parte del lavoratore servono per la regolarità del licenziamento.