Andor 2: la recensione dell’arco narrativo finale (episodi 10-11-12)

I poster di Andor e Rogue One - www.insolenzadir2d2.it

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Torna Andor 2 con il suo meraviglioso finale e qui trovate la recensione degli episodi 10-11-12, con e senza spoiler.

Torna l’appuntamento settimanale con la seconda stagione di Andor, anche se purtroppo si tratta di un saluto: su Disney Plus è stato infatti rilasciato l’ultimo arco narrativo, composto dalle puntate 10, 11 e 12. E non poteva esserci un addio più struggente ed emozionante di questo. Di seguito ve ne parlo prima senza e poi con spoiler!

La chiusura del cerchio

Poetico. Non mi viene un’altra parola singola che riesca a descrivere questo finale. E’ stato poesia pura, un’ode alla serie e ai suoi protagonisti. Non ha fatto tanto rumore nella componente action, non c’è stata un’azione forsennata, perché quell’atto d’azione finale esiste da quasi 10 anni e si chiama Rogue One. Questo è il puzzle a cui mancava l’ultimo pezzo e che ora è completo.
Se a suo tempo la trilogia prequel ci permise di aggiungere un peso emotivo importante per quanto visto nella trilogia originale, oggi Andor ci lascia un carico enorme per tutti i prodotti che arrivano dopo, oltre che per lo spin-off.

Cassian è l’esempio perfetto di come si può sacrificare tutto per un ideale, e alla fine dei conti il fatto che questo prodotto si chiami Andor riassume tanti importanti significati nascosti. Questo nome diventa sinonimo di sacrificio estremo e di speranza. Questa serie ci ha dimostrato quanto ogni singolo personaggio di Star Wars sia importante, e chi ancora oggi pensava che Rogue One fosse memorabile solo per la sua scena finale, e che i protagonisti e le loro storie non contassero poi molto, si ricrederà. Ma è davvero impossibile parlarne senza spoiler, quindi non proseguite se non avete visto gli episodi!

Cassian Andor nel trailer (Star Wars - youtube screenshot)
Cassian Andor (Star Wars – youtube screenshot) – www.insolenzadir2d2.it

Un addio che stringe il cuore

Già il decimo episodio ci presenta un importante addio, quello di Luthen Rael. Un personaggio cardine di questa serie tramite il quale, sotto molti aspetti, parte della Ribellione aveva potuto tenere accesa la scintilla sin da tempi non sospetti. Tutta la puntata rappresenta uno struggente passaggio del testimone nei confronti di Kleya, che non è solamente un’assistente per lui. E’ praticamente una figlia, tirata fuori dalle ceneri sempre dense dei conflitti e cresciuta con un’indole combattiva. Possiamo affermare che sia stata soprattutto lei a spingere Luthen nel dedicarsi attivamente alla lotta contro l’Impero.

I due hanno costruito tutto da zero, e sono arrivati all’importante momento culmine del finale. Hanno appreso dell’esistenza della Morte Nera, la superarma che è sempre stata l’ombra macabra che da anni incombeva sulle loro teste in attesa di potersi attivare. Ovviamente, ciò che hanno è ben poco: una manciata di dettagli e nomi confusi di luoghi e persone, tra cui Jedha, kyber, Galen Erso. Ma tanto basta per tenere viva la miccia, un compito che Luthen lascia svolgere a Kleya mentre lui decide di togliersi la vita anziché consegnarsi alla sua rivale.

Egli però fallisce nell’intento, e con uno sforzo stoico sarà proprio Kleya a completare l’opera. Un epilogo devastante per lei e per tutto il pubblico, che sotto certi aspetti mi ha ricordato la straziante sequenza finale di Million Dollar Baby ma al contrario. Oltre ad amare tutte le sequenze della sua infiltrazione all’ospedale, ho apprezzato anche un easter egg totalmente inaspettato riguardante quella struttura: è infatti titolata a Lina Soh, Cancelliera della Repubblica Galattica nelle opere dell’Alta Repubblica. Uno dei personaggi più illuminati della storia galattica canonica a cui è dedicato un ospedale, luogo di cura e speranza, che non ha mai cambiato nome dopo l’avvento dell’Impero. Come un fiore che nasce dal cemento. E questo è solo uno dei tantissimi riferimenti ed easter egg presenti, dei quali vi parlerò in analisi approfondite che arriveranno come sempre sul canale YouTube.

Preludio e futuro

La successiva estrazione di Kleya da Coruscant rappresenta lo sprazzo action di questo ultimo arco narrativo, mentre l’ultimo episodio si sviluppa in un lungo e sentito addio che sa di profonda tristezza ma anche di tanta consapevolezza. E’ la chiacchierata che fai con un amico che non rivedi da anni, e che sai non rivedrai mai più. E’ la struggente quiete che anticipa la forsennata azione di Rogue One. Ma, nonostante la puntata finale scorra in maniera evocativa, mette tutti i rimanenti pezzi del puzzle al loro posto.

Partagaz, forse uno dei più brillanti imperiali conosciuti, costretto a farla finita per non incorrere in punizioni peggiori. Forse uno dei tanti motivi per i quali l’Impero era destinato a cadere, il costante ed innaturale bisogno di avere ufficiali schiacciasassi più che persone valevoli. E non è un caso che l’ultima cosa da lui ascoltata sia proprio il Manifesto di Nemik. Anche il contrappasso di Dedra Meero non è da meno: ossessionata da Axis, non solo non riesce ad ottenere nulla da lui ad un passo dal trionfo, ma viene arrestata per aver agito di testa sua. E per una come lei, non poteva esserci epilogo peggiore che finire su Narkina 5, come una ribelle qualsiasi.

E arriviamo quindi al lungo saluto della sequenza finale, in cui il collegamento con Rogue One diventa realtà concreta: personaggi e situazioni si intrecciano, Cassian indossa gli stessi indumenti dell’inizio dello spin-off e sta andando ad incontrare Tivik sull’anello di Kafrene. E tutto il loro dialogo è una diretta conseguenza di quanto appreso in questo finale, soprattutto l’identità di Galen Erso. A tutto questo però, si aggiunge l’ultimo devastante dettaglio. Su Mina-Rau, Bix tiene in braccio il loro bambino. Ella si era allontanata da lui compiendo un sacrificio estremo, quello di proteggere il loro futuro. E Cassian di lì a breve si sacrificherà per dare un futuro non solo alla galassia ma anche, inconsapevolmente, a suo figlio. Un figlio che non potrà mai conoscere: una verità che logora l’anima e rende questo finale una vera e propria valle di lacrime. Perché è reale, crudo, e non fa sconti ne proclami eroici. Come tutta la serie Andor.

Tony Gilroy è riuscito a creare una vera e propria trilogia, e da oggi tutto sarà visto con occhi nuovi. Avrò modo di parlarvi di ogni singolo dettaglio nelle analisi easter egg, ma per il momento possiamo solo rimanere vuoti e attoniti di fronte a ciò che è stato compiuto. Voi cosa ne pensate di questi episodi finali? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci, anche su Facebook, YouTube, Tik Tok, Instagram e Twitter , vi terremo costantemente aggiornati su tutte le novità riguardanti Star Wars.