Andor 2: la recensione del secondo arco narrativo (episodi 4-5-6)

Cassian Andor su Ghorman (youtube screenshot) - www.insolenzadir2d2.it
Torna Andor 2 con il secondo arco narrativo e qui trovate la recensione degli episodi 4-5-6, con e senza spoiler.
Torna l’appuntamento settimanale con la seconda stagione di Andor, che anche stavolta ci presenta un arco narrativo completo che va dal quarto al sesto episodio. Come ci aveva già anticipato Tony Gilroy, saltiamo temporalmente in avanti di un anno, nel 3 BBY. Le tematiche principali di queste puntate hanno Ghorman e i suoi abitanti come protagonisti, ma ovviamente ci sono tantissimi altri aspetti che vengono perfettamente approfonditi. Di seguito ve ne parlo prima senza e poi con spoiler!
Prosegue il viaggio
Ormai, dopo una stagione e mezza, tanti dovrebbero essersi accorti che Andor è un viaggio più che una destinazione. Ma ci sono tanti fan che sembrano pretendere sempre “altro”, e come è stato per il primo arco narrativo sono sicuro che alcuni si lamenteranno anche in questo caso di una presunta lentezza: ma ovviamente la ricchezza di tematiche e dettagli è pazzesca anche in questi episodi.
Quello che a tanti sfugge è che questa serie continua a dimostrare di avere la capacità di creare una lore dal nulla e renderla talmente reale da far sembrare che ci sia sempre stata, che la conosciamo da anni. Proprio quello che accade con Ghorman in questi tre episodi. E sarà proprio questa sensazione a renderci partecipi di quanto accadrà nel prossimo arco narrativo: solo vivere intensamente queste sensazioni permette al pubblico di empatizzare davvero con ciò che vede. E’ un qualcosa che nessun altro prodotto, con le dinamiche narrative strutturali odierne, riuscirebbe a fare nel classico schema 8 episodi da 30 minuti massimo. a cui Disney Plus ci aveva abituati.
Anche Andor 2, soprattutto con questi nuovi episodi, ricalca un modo di fare televisione che ormai sembrava perduto, se non contiamo pregevoli esempi simili e più o meno recenti come Better Call Saul (dato che ormai dall’ultima stagione sono passati tre anni, come corre il tempo). Oltre a questo, quindi oltre ad una full immersion nella quotidianità dei Ghormani, della loro storia passata e recente e nelle operazioni del Fronte di Ghorman, l’arco esplora anche la complessità della mente e dei traumi, non solo di Bix, di Kleya o di Vel, ma anche di un altro personaggio noto che torna sullo schermo facendo sentire tutta la sua caratterizzazione. Ma ora parliamo di spoiler, non proseguite se non avete visto le puntate dalla 4 alla 6!

Full immersion su Ghorman
Come detto, gli eventi portanti di questo secondo arco narrativo si svolgono su Ghorman, pianeta chiave per la costruzione della Morte Nera in cui l’ISB sta portando avanti un delicato progetto di insurrezione “indotta” per accaparrarsi indisturbato la kalkite. Dedra, che si occupa del progetto, ha fatto infiltrare lì Syril Karn, che con pazienza si è lasciato spiare e coinvolgere dal Fronte di Ghorman, un gruppo di persone che guarda con disprezzo alla costruzione di un’armeria imperiale in pieno centro e che freme per poter agire. L’ambientazione di Ghorman non è solo immersiva, ma ci riguarda da vicino: sotto molti aspetti è stata ispirata infatti dalla Resistenza sia italiana che francese. Anche lo stile della piazza, dei locali in centro, degli hotel, dei bar, dei vestiti, è ispirato a quello italiano e francese del passato.
Oltre alle prerogative del presente, Ghorman ha già un passato tragico e traumatico che qui viene citato tramite il “Massacro Tarkin”. Questo evento, che ci verrà narrato tramite un personaggio che lo racconta a Cassian, non è altro che la versione legends di quello che fu il massacro di Ghorman prima che nel canone cambiasse forma (e venisse spostato temporalmente al 2 BBY). Ho trovato questa scelta narrativa davvero fantastica e funzionale, e ovviamente ve ne parlerò in dettaglio nelle analisi easter egg che usciranno come sempre sul canale YouTube.
In queste tre puntate sono in tanti a tastare il terreno su quel pianeta: oltre agli imperiali, anche la rete di Axis si interessa al Fronte come possibile alleato. Un primo tentativo per conto di Luthen lo affronta Cassian, che però per vari motivi decide di abbandonare quella pista. Egli al momento ha come priorità il benessere di Bix, ancora traumatizzata dal suo passato, e per questo per Luthen era distratto. Su Ghorman verranno mandate perciò Vel e Cinta: entrambe porteranno avanti la missione del Fronte (con la compiacenza dell’ISB) ma Cinta troverà la morte a causa di un banale errore. Ho trovato la sua morte molto struggente proprio per questo motivo, e cioè la sua solo apparente banalità. Ella era un’agente letale della rete, sopravvissuta a molte missioni, ma trova la sua fine a causa del colpo fortuito di un ragazzo inesperto e sprovveduto (tra l’altro un alleato). Questo ci fa capire che i ribelli rischiavano la vita e morivano per qualsiasi situazione, non solo in romanzati ed epici sacrifici contro l’Impero.

Psiche e lucidità
Come vi accennavo, questo arco narrativo esplora anche la fragilità della mente e il fatto di voler riprendere in mano la propria vita. Questo concetto ci viene mostrato sia in senso lato, con i protagonisti che lottano per riottenere una normalità distruggendo la macchina imperiale (più volte Luthen ribadisce questo sogno) e sia in senso stretto, con lotte più personali che permettano di riprendere la libertà e il controllo della propria mente. Ed è proprio quello che accade a Bix, che dapprima rischia di perdersi ma poi, grazie alla sua volontà e anche al supporto di Cassian, riprende in mano le redini della sua esistenza eliminando il problema alla radice: con un contrappasso dantesco, ella infligge al dottor Gorst la stessa pena che aveva dovuto subire lei, ma aumentata. E l’esplosione finale dell’edificio sancisce il suo essere ormai pronta a combattere al fianco di Cassian per la causa.
In tutto questo, non solo il personaggio di Wilmon non viene dimenticato, ma diventa anche lui parte di una lotta ancor più folle: quella dei partigiani di Saw Gerrera. Il ritorno del personaggio si fa sentire, fa rumore e sprizza carisma da tutti i pori, anche e soprattutto grazie all’interpretazione di Forest Whitaker. Inizialmente il gruppo è di stanza nella Base di D’Qar, pianeta che rivedremo decenni dopo nelle vicende di Episodio VII. Vi avevo anticipato già nelle analisi dei trailer che la location era sicuramente quella, e le puntate lo hanno confermato. Dopo aver saggiato la fiducia del ragazzo, facendo secca una spia di cui sicuramente sospettava da tempo, lo porta con sé e gli affida la delicata missione con il rhydonium, un combustibile pericolosissimo che compare in molte opere di Star Wars e del quale vi parlerò sempre nelle analisi. Ho apprezzato immensamente il monologo folle di Saw, mentre Wilmon era concentrato sul non far esplodere tutto.
Ribellione e follia vanno per forza di cose a braccetto, e lo dimostra anche il gesto di Kleya Marki, che arriva a farsi sanguinare la mano pur di rimuovere la cimice presente nell’artefatto di Davo Sculdun. Un’altra sequenza che, insieme a tante altre in questi episodi, ha contribuito ad aumentare una tensione davvero palpabile. Ci sarebbe tanto altro da dire, ma come vi accennavo saranno tutti argomenti che approfondirò nelle consuete analisi easter egg, che pubblicherò come sempre sul canale YouTube. Voi cosa ne pensate di questo arco narrativo? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci, anche su Facebook, YouTube, Tik Tok, Instagram e Twitter , vi terremo costantemente aggiornati su tutte le novità riguardanti Star Wars.