Allerta Gratta e Vinci, ogni volta che gratti un biglietto ti prelevano soldi in più | Il tabaccaio è obbligato a farlo

Gratta e vinci

Allarme gratta e vinci illustrazione (Canva foto) - insolenzadir2d2.it

Dietro ogni biglietto Gratta e Vinci si nasconde un prelievo sistematico che pochi conoscono, ma tutti subiscono.

Negli ultimi anni i giochi a premi sono diventati un’abitudine quotidiana per milioni di italiani. Il gesto di grattare un biglietto al bar o in tabaccheria è ormai così automatico da passare inosservato, eppure ogni volta che lo facciamo si attiva un meccanismo invisibile che coinvolge soldi, concessioni statali e pressioni sui rivenditori.

Qualcosa che, secondo le denunce degli stessi tabaccai, va ben oltre la normale distribuzione di prodotti.

In questa routine apparentemente innocua, i cittadini si trasformano in ingranaggi inconsapevoli di un sistema che arricchisce poche grandi aziende. Mentre lo Stato raccoglie fondi importanti e i consumatori credono di pagare solo per la giocata, un altro tipo di pagamento — silenzioso ma costante — viene imposto in parallelo.

Non si tratta di tasse ufficiali né di aumenti visibili al pubblico: è qualcosa che accade dietro il bancone, ma che finisce per pesare su tutti.

Il meccanismo nascosto dei Gratta e Vinci

Chi gestisce questo mondo sotterraneo non sono piccoli operatori, ma colossi internazionali che operano in concessione per conto dello Stato. Un doppio ruolo che ha creato squilibri profondi: da un lato si offre un servizio regolato, dall’altro si impongono condizioni che alcuni definiscono vere e proprie estorsioni. E in mezzo, i tabaccai si trovano obbligati a fare scelte che spesso ledono la loro autonomia, senza che l’opinione pubblica ne sia pienamente consapevole.

La sensazione è quella di una fregatura sistemica, nascosta dietro il marketing colorato dei biglietti Gratta e Vinci o le promesse milionarie del SuperEnalotto. E la posta in gioco non è soltanto economica: è anche etica, sociale e, in alcuni casi, legale. Le testimonianze raccolte in queste settimane mostrano un quadro in cui la trasparenza è la grande assente.

Gratta e vinci
Gratta e vinci illustrazione (Canva foto) – insolenzadir2d2.it

La voce dei tabaccai e le accuse alle multinazionali

Dietro la vendita dei biglietti Gratta e Vinci c’è un contratto capestro che impone ai tabaccai un canone mensile di 180 euro per ciascun concessionario, Sisal e Igt, per un totale di 360 euro al mese. Come ha raccontato Mauro Pasini a Today.it, chi non accetta queste condizioni rischia di vedersi sospesa la possibilità di vendere i prodotti. Eppure, si tratta di giochi gestiti per conto dello Stato, che affida proprio ai tabaccai la rete ufficiale di distribuzione. Alcuni si sono rifiutati di pagare, portando il caso in tribunale: in almeno un’occasione, hanno avuto ragione.

Il meccanismo funziona così: le due società fissano obiettivi di vendita minimi, che se non vengono raggiunti comportano il pagamento del “servizio Premium”. Questo include dotazioni come un Wi-Fi o un contenitore per i biglietti usati, ma il costo reale supera i 4.000 euro l’anno. Secondo i tabaccai, si tratta di un pizzo mascherato da canone. La questione è ora sul tavolo del governo e in Parlamento, con interrogazioni e denunce all’Antitrust.