Addio pensione per le donne, la nuova manovra taglia fuori chi è nata in questi anni: INPS taglia a 400€ senza proroghe

Addio pensione per le donne (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
Pensione sempre più lontana per le donne nate in determinati anni: rischio assegni da soli 400€. Scopri di più.
In un contesto economico segnato da profonda incertezza previdenziale, cresce il malcontento tra chi, dopo una vita di lavoro, si aspettava un trattamento pensionistico proporzionato ai contributi versati. Ma il nuovo assetto normativo sembra premiare sempre meno chi ha avuto carriere discontinue o interrotte, specialmente se donna.
La situazione occupazionale femminile in Italia è da anni oggetto di critiche per via di stipendi più bassi, carichi familiari non retribuiti e opportunità di carriera limitate. Questa condizione si riflette inevitabilmente sul calcolo delle pensioni, che resta ancorato a una logica contributiva rigida, poco adatta a fotografare la realtà lavorativa di molte donne.
Le misure di flessibilità introdotte in passato, come Opzione Donna, hanno subito un ridimensionamento progressivo, fino a risultare quasi inaccessibili. Una restrizione che penalizza proprio quelle lavoratrici che avrebbero più bisogno di una via d’uscita anticipata dal mondo del lavoro, spesso per motivi legati alla salute o alla cura familiare.
La conseguenza è un divario pensionistico sempre più marcato: secondo i dati aggiornati al 2025, le donne percepiscono in media 475 euro in meno al mese rispetto agli uomini. Ma il problema, come evidenzia anche Investire Oggi, non si limita all’importo dell’assegno: riguarda l’accesso stesso alla pensione.
La nuova stretta e le categorie escluse
A complicare ulteriormente il quadro è arrivata la nuova manovra previdenziale, che ha cancellato qualsiasi proroga per Opzione Donna a partire dal 2026. Un taglio secco che colpisce duramente le nate tra il 1962 e il 1964, escluse dal diritto all’anticipo pensionistico anche in presenza di lunghi anni di contributi.
Secondo i nuovi criteri, restano escluse tutte le lavoratrici che non rientrano in categorie speciali come caregiver, invalide civili o licenziate. L’INPS ha già recepito la modifica normativa, e per molte donne l’alternativa sarà attendere l’età ordinaria di pensionamento con assegni sensibilmente più bassi. Nei casi peggiori, si parla di pensioni da 400 euro al mese, importo che non copre neppure il minimo vitale. La cancellazione di ogni deroga, unita all’assenza di misure compensative, rischia di trasformare il diritto alla pensione in un privilegio per pochi.

Una scelta che pesa soprattutto sulle lavoratrici
La decisione di eliminare le proroghe per Opzione Donna non è solo tecnica: ha implicazioni sociali profonde, soprattutto per chi ha dedicato parte della propria vita alla cura dei figli o di familiari anziani, spesso sacrificando opportunità lavorative. La nuova normativa non tiene conto del lavoro di cura non retribuito, svolto quasi esclusivamente da donne, e cancella qualsiasi riconoscimento a chi ha contribuito alla società in forme non convenzionali.
Questa stretta normativa non fa che aggravare il senso di esclusione e penalizzazione avvertito da molte lavoratrici italiane. Il rischio è che intere generazioni, in particolare quelle nate nei primi anni Sessanta, si trovino improvvisamente senza alternative, costrette a continuare a lavorare in condizioni precarie o ad accontentarsi di assegni pensionistici drammaticamente insufficienti.