“Patente e libretto prego”, e scattano 9.000€ di multa | La Polizia non accetta più le risposte sbagliate
Multa e uomo disperato (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
Un controllo all’apparenza banale si trasforma in un caso serio: quando basta poco per finire nei guai grossi.
Capita di imbattersi nei classici controlli stradali lungo le autostrade. Nulla di strano, succede spesso. Ma a volte basta davvero poco — una manovra un po’ goffa o un gesto fuori posto — per far scattare l’allerta tra gli agenti.
E in quei casi, non si tratta più solo di una multa semplice, ma di qualcosa di molto più serio. Ecco, diciamo che non è proprio il momento giusto per improvvisare. Ci sono tratte che sembrano particolarmente sotto osservazione.
Forse per le loro posizioni, forse per il tipo di traffico che le attraversa, fatto sta che i controlli lì sono tutto tranne che superficiali. Ogni veicolo viene scrutato, ogni comportamento viene messo sotto lente. E quando qualcosa stona, gli agenti non ci pensano due volte ad approfondire.
Anche se può sembrare una routine, il lavoro della Polizia Stradale non si limita a sanzioni banali. No, spesso dietro un’apparente banalità si nasconde altro. Basta un documento sospetto, una risposta fuori luogo, e… beh, da lì in poi le cose possono complicarsi parecchio.
Quando un dettaglio accende il sospetto
Poi diciamolo: le regole ci sono, e in certe situazioni non è proprio il caso di fare i furbi. Perché se gli agenti sospettano qualcosa, vanno a fondo. E allora si tirano fuori strumenti, verifiche digitali, controlli incrociati. Non è più solo un “patente e libretto”, ma qualcosa che può finire con un verbale molto più salato. O peggio.
Succede tutto in un sabato, lungo la galleria “Carso”, in quel tratto di Raccordo Autostradale 13. Una donna al volante di un’auto con targa slovena viene fermata. La guida un po’ incerta, e il cellulare in mano, sono sufficienti per un controllo. Fino a qui niente di strano. Ma appena esce la patente… qualcosa non torna. Il documento sembra russo, ma c’è qualcosa — piccole cose — che non convincono.

La multa è da capogiro
Gli agenti non si accontentano di un’occhiata veloce. Anzi, analizzano il documento al microscopio elettronico, e lì emergono i primi problemi: dettagli che non corrispondono al formato ufficiale. La conducente, una cittadina kazaka, viene denunciata per uso di atto falso. La patente viene sequestrata e il caso, da semplice infrazione, diventa decisamente più serio. Ma non finisce lì. Visto che il documento era falso, tecnicamente la donna guidava senza patente. E in Italia questa violazione può costare fino a 9.000 euro di multa. Aggiungici il fermo del veicolo per tre mesi e capisci che non si parla di una semplice dimenticanza. No, qui le conseguenze sono pesanti, e immediate.
L’episodio fa parte di un fine settimana piuttosto movimentato per la Polizia Stradale, che — come riportato da TriestePrima — ha pattugliato oltre 500 km di autostrade in zona. Tra le varie infrazioni, spiccano anche casi di guida in stato di ebbrezza, veicoli non assicurati, e violazioni tra i mezzi pesanti. In totale, ritirate 17 patenti, 4 carte di circolazione e tagliati ben 307 punti. Insomma, non è ammissibile circolare con documenti falsi e dare questa risposta sbagliata durante un controllo.
