Assegno di inclusione, torna l’incubo dei controlli | Se non ti presenti al Comune entro questa data sospendono subito il pagamento

Preoccupazione

Preoccupazione per l'assegno di inclusione (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it

Rinnovo e nuove regole per l’Assegno di inclusione: cosa cambia nel rapporto con i servizi sociali e cosa devi fare.

Dopo i primi diciotto mesi di fruizione, l’Assegno di inclusione non si interrompe definitivamente. Per continuare a beneficiarne è prevista una procedura di rinnovo, che sta creando non poca confusione tra i cittadini. Molti temono nuovi passaggi burocratici e soprattutto di non comprendere appieno le tempistiche imposte dalle autorità. La preoccupazione è alimentata anche dal rischio di ritardi o sospensioni dei pagamenti.

In particolare, a generare incertezza è il ruolo dei servizi sociali comunali nella fase successiva al rinnovo. Alcuni beneficiari si chiedono se, una volta inviata la nuova domanda, sia necessario ripetere colloqui già sostenuti o rimettere in discussione percorsi già stabiliti. Altri temono che un semplice disguido possa causare l’interruzione dell’assegno.

Le istituzioni, dal canto loro, ribadiscono l’importanza del coinvolgimento attivo dei cittadini nei progetti di inclusione. Il supporto economico viene infatti legato a un impegno concreto nel costruire un percorso lavorativo e sociale sostenibile. Ma è proprio questo passaggio che spesso si trasforma in un ostacolo, soprattutto per le famiglie meno informate o con difficoltà logistiche.

Le novità introdotte di recente dall’Inps hanno cercato di fare chiarezza, ma allo stesso tempo hanno rafforzato alcuni obblighi. Chi non si presenta entro i termini rischia davvero la sospensione dell’assegno. Un messaggio che ha riacceso il timore di controlli più severi e sanzioni immediate, come accadeva in passato con altri sussidi.

Più incontri e nuove verifiche

Come spiega Money, l’Inps ha confermato attraverso il messaggio n. 3048 del 14 ottobre 2025 che, dopo il rinnovo dell’Assegno di inclusione, è necessario un nuovo appuntamento con i servizi sociali del Comune. Non si tratta solo di una formalità: il colloquio serve a verificare o aggiornare il Patto di inclusione già definito, anche se nel frattempo la situazione del nucleo familiare non è cambiata.

Questo passaggio è obbligatorio per riattivare l’erogazione del beneficio. I servizi comunali devono accertarsi che le condizioni economiche, abitative e lavorative siano coerenti con il piano già in essere o procedere a una nuova valutazione. È il cosiddetto “azzeramento del contatore”, che consente di avviare i successivi 12 mesi di erogazione.

Guardia di finanza
Guardia di finanza (Depositphotos foto) – www.insolenzadir2d2.it

Le scadenze da rispettare e i rischi concreti

Il nuovo incontro deve avvenire entro 120 giorni dalla presentazione della domanda di rinnovo. Il mancato rispetto di questa scadenza comporta la sospensione del pagamento dell’Assegno, che potrà riprendere solo dopo un nuovo colloquio con i servizi sociali o una presentazione spontanea del beneficiario. È prevista una clausola di salvaguardia che garantisce comunque il pagamento delle prime tre mensilità, ma solo per chi presenta la domanda a ridosso della scadenza.

Per i componenti del nucleo familiare attivabili al lavoro, gli obblighi si estendono anche ai centri per l’impiego: entro 60 giorni dal nuovo colloquio, devono firmare o aggiornare il Patto di servizio personalizzato. Anche in questo caso, la mancata collaborazione può portare alla sospensione o alla perdita del beneficio, in una catena di adempimenti che impone attenzione costante alle scadenze.