Jannik Sinner, altro che tennis: il suo vero sport è tutt’altro ed è un vero campione | Allenamenti faticosi e costanti per lui

Jannik Sinner in campo (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it

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Jannik Sinner sorprende tutti: prima di diventare un campione nel tennis, domina in uno sport completamente diverso.

Ci sono storie che sembrano scritte apposta per sorprendere. Tipo quelle in cui un atleta, già blasonato in uno sport, è un fenomeno anche in tutt’altro ambito. Ecco, quella di Jannik Sinner rientra perfettamente in questa categoria.

Lo conosciamo tutti come uno dei tennisti più forti al mondo, ma la sua vita ha girato anche attorno a tutt’altro tipo di competizione. Lui è cresciuto tra le montagne, in quei luoghi dove non è strano vedere tanti che lo praticano.

E in mezzo a quella neve, tra discese e curve strette, Sinner ha iniziato a farsi notare. Non per la racchetta, ma per la velocità con cui sfrecciava sulla pista. Una quotidianità diversa, fatta di gelo, tute imbottite e allenamenti che iniziavano presto. Ecco, lì si è cominciato a costruire qualcosa.

E’ sempre stato uno di quelli che non si stancava mai. Se c’era da allenarsi, lui era sempre il primo. Se c’era da mettersi in gioco, idem. Non lo faceva per dimostrare qualcosa, era proprio il suo modo di essere. Un perfezionista, sì, ma senza l’ansia di doverlo per forza far vedere agli altri.

Un talento fuori rotta

Il suo ambiente, poi, gli ha dato modo di crescere in libertà, senza troppe pressioni. Ha potuto scegliere da solo, passo dopo passo. E infatti non c’è stata nessuna imposizione, né da parte dei genitori né da nessun altro. Solo tanto supporto e fiducia.

Mentre intanto, nelle sue giornate, il tempo si divideva tra sport e sogni che cambiavano forma. Ma già da allora qualcuno si accorgeva che quel ragazzino aveva qualcosa in più, anche se ancora nessuno poteva sapere in quale direzione avrebbe deciso di andare.

Jannik Sinner sorridente (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
Jannik Sinner sorridente (Depositphotos foto) – www.insolenzadir2d2.it

Una scelta che ha cambiato il copione

Come riporta Fanpage, prima di tutto questo—prima dei trofei, degli slam, dei flash dei fotografi—Jannik volava giù per le piste. Sciava. Forte. E non per modo di dire. Dall’età di tre anni e mezzo fino ai dodici, ha macinato chilometri tra slalom e Super G, vincendo pure gare importanti come il Trofeo Topolino. Non una roba qualsiasi: lì arrivò primo, con quasi un secondo di vantaggio. A sette anni. Sì, sette. Quello non era un gioco per lui. Era serio. Allenamenti costanti, gare ogni fine settimana, due ore al giorno sugli sci. Il tennis, all’epoca? Un paio d’ore a settimana, solo d’estate. Fine. In un’intervista del 2021 a L’Équipe, raccontava: “Casa nostra si affacciava sulle piste. Ho iniziato a sciare a tre anni e mezzo, poi è diventata attività agonistica”.

Tutto naturale, tutto normale—per chi vive lì. Poi, a un certo punto, qualcosa si rompe. O meglio: non funziona più come prima. A 13 anni, Jannik inizia a perdere. Non perché non ci mettesse impegno, ma semplicemente perché—parole sue—“non ero più abbastanza forte fisicamente”. E allora scatta qualcosa. Molla gli sci, ma non del tutto: si porta dietro equilibrio, agilità, riflessi. Tutto ciò che oggi lo rende diverso in campo. Il tennis, che era rimasto sullo sfondo fino a quel momento, diventa improvvisamente il protagonista.