Addio monarchia, i reali stanno aspettando la sentenza definitiva: nelle prossime ore potrebbero non esistere più per colpa del Principe

Addio monarchia (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
Una tempesta giudiziaria scuote la monarchia, mentre la famiglia reale cerca di difendersi da un crollo senza precedenti.
Negli ultimi tempi, l’immagine della monarchia ha iniziato a scricchiolare. Non parliamo solo di scandali o di gossip, ma di qualcosa di più profondo: la crescente sfiducia verso il concetto stesso. Sempre più persone si chiedono se abbia ancora senso che qualcuno governi “per diritto di nascita”, soprattutto quando certi comportamenti fanno crollare tutta quella patina di perfezione costruita in secoli di tradizione.
Oggi, basta un passo falso per finire sotto i riflettori. E non importa se si è regine, principi o parenti di secondo grado: tutti vengono messi sullo stesso piano e giudicati senza sconti. Il pubblico non perdona, soprattutto quando c’è di mezzo la giustizia. Anzi, la richiesta è una sola: trasparenza, sempre. E anche una buona dose di coerenza.
Il problema è che, a volte, non serve nemmeno che sia coinvolto un membro diretto della famiglia reale. Basta il legame di sangue o anche solo un cognome imbarazzante per mettere in crisi un intero sistema. E quando questo succede, tutto diventa delicato, fragile. Come se l’intero castello fosse costruito su sabbie mobili.
In queste situazioni, spesso si cerca di contenere i danni con comunicati ufficiali e prese di posizione. Ma ci sono momenti in cui nessuna dichiarazione può davvero risolvere il problema. E allora si comincia a parlare apertamente di ipotesi che fino a poco fa sembravano assurde. Tipo… la fine della monarchia. O forse no, aspetta, è esagerato? Beh, forse no.
Tra tensioni pubbliche e scelte difficili
E qui entra in scena il caso che sta tenendo col fiato sospeso tutta la Norvegia. No, non riguarda Re Harald, né il principe Haakon direttamente. Il protagonista, se così si può dire, è Marius Borg Høiby, figlio di Mette-Marit e quindi legato a doppio filo alla Corona.
Come riportato anche da DiLei, Marius — che ha 28 anni e una storia già piuttosto turbolenta alle spalle — è stato incriminato per più di trenta reati, roba pesante: violenze, minacce, perfino stupro. Il tribunale ha confermato che verrà processato come un normale cittadino, ma il polverone sollevato attorno alla sua figura ha inevitabilmente investito anche la famiglia reale, e non solo per questioni d’immagine.

Una sentenza che potrebbe cambiare tutto
E adesso? Adesso si attende. La sentenza è vicina e c’è chi dice che potrebbe rappresentare un punto di rottura definitivo. Mette-Marit si è trovata coinvolta anche lei, per via di alcuni messaggi con il figlio, ed è partita un’indagine pure nei suoi confronti. Da Palazzo, nel frattempo, hanno fatto sapere di aver tolto a Marius tutti i privilegi legati alla sua parentela, tipo il passaporto diplomatico. Ma basterà?
Nel frattempo, le voci si rincorrono: si parla di un possibile passo indietro di Haakon, che potrebbe lasciare spazio alla figlia, Ingrid Alexandra. Lei nel frattempo vive in Australia per motivi di studio, lontana da tutto questo caos. Ma proprio questa distanza potrebbe renderla la figura giusta per ridare un volto credibile alla monarchia. O almeno, è quello che molti sperano. Perché se il verdetto dovesse essere davvero pesante, è difficile immaginare che la Corona norvegese ne esca indenne.