SCUOLA – Brutte notizie al rientro dalle ferie: 2.800 precari restano a casa dal 1° settembre | Le scuole non riaprono tutte

Scuola e problemi (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it

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Settembre porta con sé il ritorno in classe, ma per tanti lavoratori resta solo l’attesa di una chiamata che non arriva.

Settembre, si sa, è sempre un mese di ripartenze. Si torna al lavoro, i ragazzi rientrano in classe, e anche le scuole devono rimettere in moto tutta la loro complessa macchina organizzativa. Dietro le campanelle che suonano e i registri che si riaprono, però, c’è un mondo fatto di scadenze, graduatorie e contratti che spesso lascia più dubbi che certezze.

Per chi lavora nella scuola senza un posto fisso, questo periodo è quasi un limbo. I precari aspettano con ansia una chiamata che in teoria dovrebbe arrivare, ma che puntualmente si fa attendere. E ogni anno la stessa storia: attese infinite, graduatorie chilometriche, e la paura di rimanere esclusi all’ultimo momento, dopo mesi di speranze.

Nel frattempo le famiglie osservano tutto questo con preoccupazione. La scuola è un punto di riferimento quotidiano, ma quando mancano figure indispensabili — dagli assistenti amministrativi ai collaboratori scolastici — i problemi si riversano direttamente su studenti e genitori. Basta poco: una segreteria sotto organico, un tecnico che manca, un corridoio senza personale. E tutto rallenta.

Insomma, il problema non riguarda solo i lavoratori che restano in sospeso. Il funzionamento stesso delle scuole rischia di incepparsi: aperture ridotte, uffici intasati, insegnanti senza supporto. La macchina dell’istruzione, già fragile, si trova così a dover fare i conti con risorse sempre più limitate, proprio nel momento in cui dovrebbe garantire stabilità e continuità.

Tra sogni e prime crepe

C’è voglia di ripartire, inutile negarlo. Ma allo stesso tempo circola la consapevolezza che la stabilità rimarrà un privilegio per pochi. In Puglia, e in particolare nelle scuole baresi, i numeri messi sul tavolo parlano chiaro: i posti ci sarebbero, ma le immissioni in ruolo restano drasticamente inferiori.

Secondo quanto diffuso dalla Uil Scuola, solo un terzo dei posti disponibili andrà a lavoratori assunti stabilmente. Tutto il resto finirà nelle mani dei supplenti. E questo significa, in pratica, che centinaia di persone in graduatoria, pur avendo i requisiti, si ritrovano senza una collocazione. Non è certo una novità, ma ogni anno sembra pesare di più.

Libri e materiale scolastico (Pexels foto) - www.insolenzadir2d2.it
Libri e materiale scolastico (Pexels foto) – www.insolenzadir2d2.it

Il colpo di scena che nessuno voleva

E qui arriva la parte più amara: molti attendevano la chiamata, ma non è mai arrivata. Come riporta baritoday.it, nel Barese, su 598 posti destinati al personale ATA, solo 174 sono stati realmente assegnati con contratti stabili. Tutti gli altri sono rimasti fuori dai giochi. Una doccia fredda che complica ulteriormente la già fragile organizzazione delle scuole.

I sindacati hanno alzato la voce. “Il precariato è ormai la regola”, denunciano, e chiedono un piano straordinario di assunzioni che possa restituire stabilità al sistema. La Uil sottolinea anche che i costi sarebbero gestibili, visto che lo Stato paga comunque indennità di disoccupazione una volta scadute le supplenze. Ma intanto l’allarme resta: senza un intervento rapido, a settembre molte scuole rischiano seriamente di non riuscire ad aprire regolarmente.