Allarme pollo: mangiarlo aumenta il rischio di tumori allo stomaco e all’intestino | Lo studio italiano sta facendo saltare delle teste

Allarme pollo

Il pollo potrebbe causare un rischio per la salute? Ecco cosa indica un ultimo studio. (Canva Foto) - insolenzadir2d2.it

Il pollo potrebbe causare un rischio per la salute? Ecco cosa indica un ultimo studio e cosa ne pensano gli scienziati.

Per anni, il pollo ha goduto di una reputazione invidiabile nelle diete di tutto il mondo. Considerato una carne magra, facilmente digeribile e povera di grassi saturi, ha trovato spazio nei piatti di chi desidera mangiare in modo più sano. Le linee guida nutrizionali internazionali ne hanno spesso promosso il consumo come valida alternativa alle carni rosse o lavorate, soprattutto in contesti di prevenzione cardiovascolare.

La diffusione del pollo come “carne bianca buona” si deve anche alla sua versatilità in cucina. Arrosto, alla griglia, bollito o in insalata, il pollo ha saputo adattarsi a tutte le culture gastronomiche senza perdere la propria identità salutistica. Per molti, è l’ingrediente perfetto per chi segue uno stile di vita bilanciato. Numerosi studi passati hanno supportato questa visione, evidenziandone i benefici in termini di apporto proteico e contenuto lipidico contenuto.

Non sorprende quindi che il pollo sia diventato un punto fermo nella dieta di chi pratica sport, segue regimi dimagranti o semplicemente desidera prevenire patologie metaboliche. Medici e nutrizionisti lo hanno consigliato per decenni, anche in piani alimentari personalizzati. A differenza di altri tipi di carne, viene raramente associato a rischi per la salute, se non in casi di allergie o intolleranze.

Tuttavia, il rapporto tra ciò che percepiamo come salutare e ciò che effettivamente lo è può essere più complesso del previsto. Le nuove evidenze scientifiche talvolta mettono in discussione convinzioni consolidate. E proprio in questo contesto si inserisce uno studio italiano che sta generando un acceso dibattito.

Un’analisi che cambia le carte in tavola?

Un team dell’Irccs de Bellis di Castellana Grotte ha condotto una ricerca approfondita su oltre 4.800 individui, evidenziando una possibile correlazione tra consumo eccessivo di pollo e rischio aumentato di tumori gastrointestinali. Secondo lo studio, assumere più di 200 grammi a settimana di carne di pollo potrebbe addirittura raddoppiare il rischio di mortalità per queste patologie. Un dato che ha immediatamente sollevato dubbi tra gli esperti.

Il direttore scientifico Gianluigi Giannelli ha affermato che questi risultati potrebbero sfatare il mito del pollo come alimento sempre sicuro. Anzi, ha proposto un confronto provocatorio: la carne rossa, entro limiti precisi, risulterebbe meno dannosa. Una dichiarazione destinata a far discutere, perché ribalta il paradigma su cui si basa buona parte dell’educazione alimentare degli ultimi decenni. Ma come stanno davvero le cose?

Piatto con pollo
Piatto di pollo (Canva Foto) – insolenzadir2d2.it

Dubbi leciti e questioni ancora aperte

Ma non tutti accettano questa nuova narrativa senza riserve. Molti scienziati e divulgatori scientifici hanno messo in luce i limiti di questo studio. L’associazione Unaitalia, che rappresenta il comparto avicolo nazionale, ha espresso forti perplessità, invitando a non cadere in allarmismi. Uno dei principali limiti dello studio risiederebbe nei metodi di raccolta dei dati: diari alimentari autocompilati, senza un reale controllo scientifico, né la presenza di gruppi di confronto strutturati.

Anche Elena Dogliotti, biologa nutrizionista della Fondazione Veronesi, ha sottolineato che non esiste al momento una prova diretta di relazione causale tra carni bianche e tumori. Ha inoltre evidenziato alcune lacune metodologiche: lo studio non ha tenuto conto di variabili importanti come le abitudini alimentari complessive, il tipo di carne (fresca o processata) o le modalità di cottura, fattori che possono alterare drasticamente il rischio. Per esempio, una cottura prolungata ad alte temperature potrebbe produrre sostanze cancerogene, indipendentemente dal tipo di carne utilizzato.