EMERGENZA BANCHE – Dal 1° luglio il conto corrente viene monitorato: ogni movimento è nel mirino delle Entrate | Scattano i controlli anche sulla spesa

Controlli del fisco attenzione (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
Dal 1° luglio, anche le spese quotidiane diventano indizi per il Fisco: ogni movimento bancario sarà oggetto di controllo.
Un caffè preso al volo, una spesa al supermercato, un bonifico a un amico per dividere l’affitto: azioni quotidiane, automatiche, apparentemente innocue. Fino a ieri, nessuno ci avrebbe riflettuto più di tanto. Si paga, si esce, si va avanti. O almeno così è stato.
Da luglio, però, anche questi gesti abituali possono essere scrutati con attenzione dalle autorità fiscali. Quel pagamento contactless al bar o quel trasferimento online potrebbero improvvisamente diventare spie di incongruenze, anomalie da giustificare. Non si tratta di fantafinanza, ma di un cambiamento reale nel modo in cui i nostri dati bancari vengono trattati.
Il concetto di privacy finanziaria sembra dissolversi in un sistema sempre più trasparente, ma anche più invadente. Non servono più grandi movimenti o trasferimenti milionari per attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate: ogni euro speso è tracciato, ogni transazione è potenzialmente rilevante per determinare la coerenza tra le nostre abitudini di consumo e i redditi dichiarati.
Per il cittadino medio, ciò significa vivere in un costante equilibrio tra la propria libertà economica e l’obbligo di giustificare ogni spesa che, anche solo in apparenza, possa sembrare superiore alle possibilità economiche ufficiali. E non è solo un’impressione: le regole in vigore da luglio lo confermano.
Cosa succede dal 1° luglio
A partire dal 1° luglio, come confermato da Money, l’Agenzia delle Entrate intensifica il monitoraggio dei conti correnti. Grazie all’Anagrafe dei Rapporti Finanziari, che offre una visione completa delle movimentazioni bancarie, il Fisco può confrontare in automatico le spese sostenute con il reddito dichiarato. Se emergono discrepanze, possono partire controlli mirati, senza alcuna comunicazione preventiva al contribuente.
Il controllo non si limita più a versamenti e prelievi sospetti: viene esteso anche alle spese effettuate con carte di credito e debito. Anche una spesa ricorrente al supermercato può diventare un elemento d’indagine, se considerata non compatibile con le proprie entrate ufficiali. E se vengono rilevati importi giudicati “anomali”, il contribuente dovrà dimostrarne la legittima provenienza, esibendo documenti con data certa.

Il fisco accede ai dati senza preavviso
Ciò che rende questo sistema ancora più incisivo è che l’Agenzia delle Entrate può ottenere e analizzare i dati bancari senza dover informare il contribuente.
La normativa in vigore consente infatti agli uffici fiscali di richiedere informazioni a banche, poste e intermediari finanziari, i quali sono obbligati a trasmettere periodicamente tutte le informazioni relative ai rapporti con i clienti: entrate, spese, investimenti, cassette di sicurezza. Tutto viene archiviato e reso disponibile per verificare l’eventuale esistenza di redditi non dichiarati.