ALLARME IN SPIAGGIA – Se ti punge una medusa non usare questo metodo: ti rovina la pelle per giorni | È scritto anche sul sito del Ministero

Attenzione alle punture di medusa (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
Attenzione in spiaggia: il gesto istintivo dopo la puntura può peggiorare la situazione, ecco cosa non devi assolutamente fare!
La sabbia scotta sotto i piedi, le urla dei bambini si mischiano al rumore delle onde. È una giornata qualunque in spiaggia, finché qualcosa di invisibile nell’acqua non rovina tutto. Le meduse, semplici e silenziose, sono sempre più presenti nei nostri mari. Non servono squali per temere il bagno: a volte basta un loro tentacolo.
Chi è stato punto lo sa: un bruciore improvviso, come una frustata, poi la pelle che si gonfia e prude. Non è pericoloso per la maggior parte delle persone, ma il fastidio può durare ore, a volte giorni. Soprattutto se si interviene nel modo sbagliato.
Quando succede, il primo istinto è aiutare. Chi è lì vicino corre, prende la prima cosa che trova, magari ammoniaca da una borsa, o ascolta consigli gridati da altri bagnanti. Tutti pensano di sapere cosa fare. E invece, a volte, si peggiora tutto.
In quel momento, servirebbe più calma e meno “rimedi della nonna”. Perché certe credenze estive, seppur diffuse, possono lasciare il segno sulla pelle. In senso letterale.
Quello che sembra aiutare ma peggiora le cose
Succede ogni estate. Qualcuno viene punto da una medusa e scatta il caos. È capitato pochi giorni fa a un bambino sulla costa del Tirreno: dolore, pianto, panico. Il padre si è fatto prendere dalla fretta. Qualcuno gli ha detto: “Metti l’urina, funziona!”. Lui ci ha provato. Ma pochi minuti dopo, la pelle del bambino era arrossata ancora di più, l’irritazione si era allargata.
Questi gesti istintivi non sono solo inutili, ma dannosi. Urina, ammoniaca, sabbia strofinata sulla pelle: sono tra gli errori più frequenti. Come ricorda anche il Ministero della Salute, queste sostanze possono attivare le tossine ancora presenti nei tentacoli rimasti sulla pelle, aggravando la reazione. Non serve improvvisare. Serve sapere.

I gesti corretti che davvero aiutano
Secondo gli esperti, la prima cosa da fare è semplice: sciacquare la zona colpita con acqua di mare, non dolce. Poi, se si vedono residui dei tentacoli, vanno rimossi con delicatezza, usando una tessera rigida o delle pinzette. Mai grattare o strofinare. Come riporta anche Today, questi passaggi interrompono la diffusione delle tossine.
Se il prurito continua, si può applicare un gel a base di cloruro di alluminio, ma sempre su consiglio medico o del farmacista. In casi più seri, come difficoltà respiratorie o reazioni molto estese, è fondamentale chiamare subito i soccorsi. L’estate non è il momento per improvvisare: conoscere le mosse giuste può davvero fare la differenza.