TRUFFA ONLINE – Ti fregano soldi col solito link, adesso la banca è obbligata a risarcirti ogni centesimo | Sentenza approvata

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Truffa banca simbolo attenzione illustrazione (Canva foto) - insolenzadir2d2.it

Truffe digitali: la banca non può più voltarsi dall’altra parte, adesso è obbligata a restituirti quanto hai perso!

Il messaggio arriva come tanti altri: un link apparentemente innocuo, un invito a verificare il proprio conto, una comunicazione urgente da parte della banca. Il tempo di cliccare e il danno è fatto. Si tratta di una dinamica ormai nota, eppure ogni giorno nuovi utenti cadono nella rete delle frodi online, ritrovandosi con il conto svuotato senza aver autorizzato nulla.

Nel mondo digitale, la rapidità è tutto. I truffatori ne approfittano, muovendosi con disinvoltura tra SIM clonate, home banking manipolati e pagamenti non autorizzati. Il cittadino medio, impreparato di fronte a strategie così sofisticate, resta disorientato e troppo spesso si ritrova da solo nel tentativo di farsi giustizia.

Ma c’è un dettaglio ancora più frustrante per le vittime: la sensazione di essere colpevolizzate dalle stesse banche che dovrebbero proteggerle. Frasi come “doveva prestare più attenzione” o “i suoi dati sono stati utilizzati” non fanno altro che aumentare l’ingiustizia subita, con il rischio di non ricevere nemmeno il rimborso delle somme sottratte.

Tuttavia, qualcosa sta cambiando. Dopo anni di interpretazioni controverse, una nuova sentenza stabilisce un principio cruciale che potrebbe ribaltare il rapporto tra clienti e istituti di credito nei casi di frode.

Il ruolo delle banche nelle operazioni fraudolente

Secondo il Codice Civile, la banca deve agire con diligenza tecnica, assicurando che i dati sensibili del cliente non siano accessibili a terzi. Questo significa che ogni operazione bancaria deve essere garantita da sistemi di sicurezza efficaci. Come ricorda anche Brocardi, nel caso in cui il cliente contesti una transazione, è compito dell’istituto dimostrare che l’operazione è stata autenticata correttamente.

L’obbligo della banca non si limita quindi alla gestione contabile: include la protezione attiva contro accessi abusivi, frodi digitali e utilizzi impropri delle credenziali. In quest’ottica, il cliente può presentare un reclamo formale, allegando la denuncia e l’elenco delle operazioni sospette, per chiedere il rimborso.

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Simbolo della banca sulla tastiera del computer illustrazione (Canva foto) – insolenzadir2d2.it

Cassazione: risarcimento obbligatorio per la truffa via SIM swap

La svolta arriva il 12 maggio 2025, quando la Corte di Cassazione ha condannato Unicredit a risarcire integralmente un cliente vittima di SIM swapping. Il malfattore, dopo aver ottenuto una copia della SIM telefonica, aveva preso controllo dell’home banking, eseguendo transazioni per oltre 62.000 euro. La banca, secondo la sentenza, non aveva predisposto sistemi adeguati a impedire l’accesso da parte di terzi.

Da ora in poi, gli istituti di credito dovranno farsi carico delle operazioni fraudolente subite dai clienti, salvo che non possano dimostrare una negligenza grave da parte dell’utente. È una decisione che segna un punto di svolta: chi subisce una truffa online ha diritto a essere risarcito fino all’ultimo centesimo.