C’era sangue sul pavimento, eppure hanno dormito lì: volevano rivivere il massacro avvenuto nella casa | È follia a pagamento

Scheletro

Dormire sul luogo del delitto illustrazione (Canva foto) - insolenzadir2d2.it

C’era sangue sul pavimento, eppure hanno dormito lì: il fascino proibito delle case dell’orrore, la nuova spaventosa tendenza.

Era notte fonda quando arrivarono. La macchina si fermò davanti a una villetta isolata, le luci spente da anni, il portico scricchiolante. Nessuno parlava, ma nei loro occhi c’era l’attesa inquieta di chi sa che sta per entrare in un luogo dove la realtà si è spaccata. Scelsero i letti delle vittime.

Ogni stanza conservava il silenzio denso delle ultime urla. Qualcuno accarezzò il muro macchiato, come se potesse sentirne il dolore.

Il vento batteva sui vetri, eppure nessuno sembrava avere paura. Uno di loro, lo si capiva, stava lì per una ragione precisa: vivere quel brivido che solo la morte lascia dietro di sé.

Disse che aveva pagato per quel letto. E che lo rifarebbe. Qualcun altro invece faceva domande sottovoce: dove era stato trovato il corpo? Qual era la stanza del massacro? Ogni dettaglio veniva ricostruito come un rito.

Un’esperienza immersiva da brivido

Non era un film. Né un esperimento sociale. Era una notte acquistata, una vera esperienza immersiva. Lo chiamano dark tourism, e chi lo pratica non cerca solo il brivido: vuole entrare nel cuore della tragedia, respirarla, comprenderla o solo raccontarla. Ma a quale prezzo? E dove si traccia la linea tra ricordo e spettacolarizzazione?

Questo fenomeno non è nuovo. In America e in Inghilterra le agenzie offrono pacchetti da incubo: case infestate, ospedali abbandonati, stanze dove sono avvenuti efferati omicidi. Ma ora, questo turismo del macabro sta prendendo piede anche in Italia, toccando corde profonde, dividendo l’opinione pubblica e lasciando interrogativi sospesi.

Paura
Casa dell’orrore illustrazione (Canva foto) – insolenzadir2d2.it

Cna moda che inquieta: dormire dove si è consumato l’orrore

Come racconta Today, c’è chi è disposto a pagare centinaia di euro per passare una notte nella scena di un crimine. Succede nella villetta di Villisca, Iowa, dove otto persone – sei bambini inclusi – vennero uccise nel sonno a colpi d’ascia nel 1912. Lì, oggi, si può dormire. Sul sito si legge: “Scoprite perché questa è una delle case più infestate d’America”. Sempre che si abbia il coraggio.

Anche da noi, il turismo nero è ormai realtà. Dalla casa di Avetrana, teatro dell’omicidio di Sarah Scazzi, a quella di Cogne, fino alla villetta di Novi Ligure, sempre più visitatori cercano luoghi segnati dal dolore. Non si tratta più solo di cimiteri o catacombe, ma delle stesse case dove il sangue non si è ancora asciugato nell’immaginario collettivo. E così, tra foto rubate e stanze affittate, l’orrore diventa esperienza vendibile, mentre la linea tra memoria e profitto si fa sempre più sottile.