Blocco pensioni, chi ha dimenticato di inviare il modulo la perde per tutto il mese: la scadenza era il 1° maggio | Verifica subito

Pensioni bloccate

Uomo preoccupato per il blocco delle pensioni 1° maggio illustrazione (Canva foto) - insolenzadir2d2.it

Un modulo dimenticato può rinviare l’assegno pensionistico: molti rischiano di rimanere senza soldi questo mese.

Nel primo giorno del mese, molti pensionati si sono accorti che qualcosa non andava. L’attesa per l’accredito dell’assegno si è trasformata in preoccupazione, con messaggi e chiamate agli uffici competenti. In molti casi, i soldi non sono arrivati. Nessuna comunicazione preventiva, nessun avviso: solo il conto corrente rimasto fermo, inaspettatamente.

Cosa è successo davvero? C’è chi parla di disguidi, chi di ritardi tecnici, ma la realtà potrebbe essere molto più concreta e legata a una scadenza silenziosa ma fondamentale. Una dimenticanza che oggi può costare caro, soprattutto a chi contava su quei soldi per affrontare le spese di maggio. Un modulo, un termine preciso, e il rischio di rimanere scoperti.

Non si tratta di nuove richieste o di cambiamenti normativi generali, bensì di un adempimento specifico, riservato a una platea ben definita di lavoratori. Il problema? Molti non sapevano nemmeno dell’obbligo di inviare quel documento. Ora, chi non ha rispettato la scadenza, potrebbe dover attendere settimane per ricevere quanto gli spetta.

C’è anche chi si è visto recapitare una comunicazione dall’INPS, ma solo dopo aver notato l’assenza dell’accredito. La domanda che serpeggia è una sola: “Perché non mi hanno detto nulla prima?”. La risposta si trova in una circolare pubblicata due mesi fa, ma letta da pochi.

La scadenza nascosta che blocca l’assegno

Il 1° maggio 2025 era l’ultimo giorno utile per inviare la domanda di riconoscimento dello svolgimento di lavori usuranti, necessaria per ottenere la pensione anticipata nel 2026. Come sottolinea Today, chi non ha rispettato la scadenza dovrà affrontare un rinvio della decorrenza del trattamento pensionistico. La tempistica del rinvio varia in base al ritardo: da uno a tre mesi. Nessuna perdita definitiva, ma l’assegno slitta e con esso la tranquillità economica di molti.

La misura riguarda i lavoratori che maturano i requisiti per l’uscita anticipata tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2026, e include dipendenti e autonomi in mansioni faticose, conducenti del trasporto pubblico e lavoratori notturni. L’INPS valuterà le domande ricevute e potrà accoglierle, respingerle o differire l’erogazione in caso di fondi insufficienti. Ma per chi ha saltato l’invio del modulo AP45, l’effetto è già tangibile: niente assegno a maggio.

Calcoli pensione
Donna in pensione fa i conti con la calcolatrice illustrazione (Canva foto) – insolenzadir2d2.it

Chi ha dimenticato il modulo rischia un’attesa lunga

Il nodo centrale è il modulo AP45, il documento da allegare alla richiesta di pensione anticipata, insieme alla documentazione che attesti l’attività usurante svolta. In base alle regole fissate nel decreto del 20 settembre 2017, la documentazione deve risalire al periodo in cui il lavoro è stato effettivamente svolto, non sono valide dichiarazioni retroattive. Molti lavoratori, soprattutto nel settore privato, potrebbero non aver recuperato in tempo questi documenti, trovandosi ora esclusi dalla prima finestra utile.

Chi ha dimenticato l’invio o è arrivato oltre il termine stabilito, non perde il diritto alla pensione, ma vede slittare la decorrenza dell’assegno mensile. Il ritardo massimo, per chi presenta la richiesta con oltre tre mesi di ritardo, è di tre mesi sull’erogazione. In un periodo di incertezza economica, anche un solo mese senza pensione può creare difficoltà serie, soprattutto per chi non ha altre entrate o risparmi da parte.